
La
valorizzazione della memoria storica presuppone un momento pedagogico
di trasmissione in cui la memoria di un dato evento riviva nello
stesso atto del ricordare. Nell'educazione alla commemorazione è
importante che il pubblico venga guidato attraverso una lettura
storica obiettiva e che, partendo da essa possa elaborare un futuro
basato su conoscenze storiche fondate e non mitizzate. Per poter far
questo, la didattica della storia deve attingere oggi a strumenti
comunicativi che siano in grado di semplificare la complessità di un
evento passato e di valorizzarlo in maniera immediata.
In
particolare, oggi, l'elaborazione di una pedagogia che si concentri
sul tempo libero e lo impieghi in nuove pratiche di apprendimento
risulta una scelta adottata da diverse istituzioni culturali.
Negli
ultimi dieci anni, con il sopraggiungere di realtà “parallele”
come la realtà virtuale, il momento sociale è divenuto un grande
strumento di educazione e di orientamento del pensiero collettivo.
L'
educazione accidentale di John Dewey si riferiva proprio al momento
sociale: egli sosteneva che quest'ultimo fosse una realtà talmente
presente, da dover essere considerata necessariamente come il primo
strumento di educazione. In particolare, oggi, il tempo libero è
organizzato su una fitta rete di comunicazione ed è un forte momento
di socialità, che si sviluppa nella vita reale ma è interconnesso
alla vita virtuale “web”.
In
tale struttura, il trait d'union tra le due realtà parallele è
rappresentato dai luoghi: attraverso la tecnologia smartphone oggi è
possibile registrare informazioni e posizioni riguardanti un luogo
tramite una modalità di coordinamento geografico chiamato
georeferenziazione. La georeferenziazione ci permette di conoscere
informazioni sui luoghi che attraversiamo, strumento utile alla
conoscenza del territorio.
La
didattica della memoria fa un largo utilizzo del territorio, poiché
il riferimento ad un tempo passato - non più condivisibile - è
rintracciabile nei luoghi di avvenimento di dati eventi, per cui,
l'utilizzo del sistema di georeferenziazione diviene un ottimo
strumento educativo, che vivifica i tempi ormai assenti ma allo
stesso tempo educa in maniera “accidentale” il passante.
Nel
caso dell'Emilia-Romagna ad esempio, il legame tra la cittadinanza e
i suoi luoghi di Resistenza è ancora molto stabile, poiché forte
del processo di educazione alla memoria, da anni intrapreso
attivamente dalla regione. È inoltre da sottolineare, il fatto che,
specialmente nel caso della città di Bologna, molti luoghi di
memoria si trovano nel territorio urbano interno alle mura, e sono
oggi luoghi di frequentazione pubblica quotidiana.
La
mappatura dei luoghi di memoria tramite georeferenziazione è l'idea
venuta in mente all'associazione MonteSole Bike Group – Fiab Bologna, che assieme ad una rete articolata di enti come la Voli Group, ed altre istituzioni
culturali ha realizzato un progetto di valorizzazione della memoria storica
bolognese: Tour.bo i colli in bici!. L'iniziativa lanciata nella primavera del 2013 si articola attorno
alla realizzazione di percorsi ciclabili attraverso le tappe storiche
del movimento di Resistenza da Bologna ai colli.
Tour.bo
è un progetto dalla doppia valenza culturale: la promozione di una
mobilità sostenibile attraverso le aree collinari che cingono la
città di Bologna e la valorizzazione di una memoria storica lontana
dal raggio urbano - per cui spesso dimenticata - sono due elementi
fondamentali che permettono di considerarlo come uno tra i
progetti più innovativi di educazione alla memoria. Tre i percorsi
proposti lungo un raggio di 12 km circa, che rievocano la storia
degli eccidi di Sabbiuno e collegano il centro storico di Bologna al Monumento ai caduti di Sabbiuno (ottobre 1944) , situato sulle prime
colline del lembo meridionale dell'Appennino bolognese.
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I
pannelli illustrativi
del percorso
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I
tre percorsi hanno il pregio di essere proposti secondo diversi
filtri di lettura tematica. Dal punto di vista storico, in
riferimento alle vicende dell'ottobre 1944, il primo percorso
ricongiunge l'ex Carcere di San Giovanni in Monte, in pieno centro a
Bologna, al Monumento ai caduti di Sabbiuno; il secondo invece è
improntato in chiave paesaggistica e riprende la storia degli eccidi
attraverso le vie del Parco Cavaioni, del Parco San Pellegrino e di
Villa Spada, alle porte del Quartiere Saragozza. Il terzo percorso è
pensato per una scampagnata domenicale per famiglie e guida il
ciclista in un viaggio naturalistico che risale il corso del
torrente Ravone (fin dove possibile), lungo le pendici del Monte
Paderno nella valle di Casaglia.
Lungo
i percorsi sono stati installati circa trenta cartelli di segnaletica
stradale, tra cartelli a carattere storico naturalistico e
segnaletica di sicurezza stradale. La scelta di installare un numero
minimo di cartelli è stata adottata per non inquinare il paesaggio
con una segnaletica non indispensabile alla fruizione del percorso.
La
parte più importante del progetto è dedicata alla comunicazione web
dei contenuti storici raccolti per il progetto. Avvalendosi della collaborazione di enti quali l'Istituto storico per le memorie del '900 – Parri, il Comune di Bologna, i Quartieri
Saragozza, Savena e Santo Stefano, sono state raccolte molte fonti
d'archivio tra cui reperti fotografici, video-interviste ai testimoni
degli eccidi di Sabbiuno così come varie interviste a chi ha
partecipato alla costruzione ed ideazione del Monumento come quella a Letizia Gelli Mazzuccato.
I
contenuti del sito web Tour.bo i colli in bici! sono organizzati in forma di testi di
approfondimento storico, memorie audio, video-interviste, mappe GPS
navigabili e scaricabili, consultabili attraverso i codici QR
presenti sulla segnaletica stradale installata lungo i percorsi, dai
quali è possibile accedere tramite l'utilizzo di telefoni
smartphone.
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La schermata home della
App
Tour.bo
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Un ulteriore strumento di collegamento al sito web è
l'applicazione creata per Iphone, Ipad e Ipod touch che permette di
fruire dei contenuti on-line in maniera georeferenziata. Tutti i
ciclisti in possesso dell'applicazione potranno usufruire dei
contenuti in maniera automatica una volta in prossimità dei luoghi
di interesse. L'applicazione è direttamente collegata con google
earth e permette di visualizzare i contenuti a carattere storico
culturale, così come le mappe del percorso.
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Il
dettaglio delle tappe
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Purtroppo
l'applicazione è al contempo fiore all'occhiello e limite del
progetto: la creazione di un' applicazione limitata al solo utilizzo
di Iphone e Ipad è un elemento a sfavore, anche se, per i telefoni
Android c'è comunque la possibilità di accedere direttamente al
sito web e consultare i contenuti proposti.
Tra
i contenuti audio, diversi sono i racconti e i commenti ai luoghi e
alle loro storie proposti da storici e specialisti della materia. In
particolare viene posto l'accento sulla scelta della bicicletta come
strumento di divulgazione di memoria poiché essa costituisce in una
certa misura il simbolo della Resistenza, ricordando la bicicletta
eroica come mezzo di trasporto prediletto dai partigiani durante il
movimento di Liberazione (vengono in mente ad esempio le imprese
ciclistiche di messaggero clandestino con cui si distinse Gino
Bartali).
In
un altro senso, la bicicletta è simbolo di un viaggio “lento” ma
consapevole e come osserva Oriano Caranti, vice-presidente dell'Associazione MonteSole Bike Group – Fiab Bologna in un commento audio, in questo
progetto di educazione alla Resistenza, l'importanza della “lentezza”
nel viaggio di conoscenza del proprio patrimonio storico –
memoriale viene sottolineata attraverso il ciclismo, inteso come una
forma di impegno sano del tempo libero che contribuisce in maniera
permanente alla completezza della proprio personalità e della
propria coscienza.
Allo
stesso modo, per ritornare a Dewey, la didattica della memoria
dev'essere percepita dai mediatori di memoria come un viaggio lento e
responsabile, che non intacchi il ricordo di mito e leggenda ma che
lo valorizzi consapevolmente.
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