venerdì 16 maggio 2014

Mobilitare la memoria: TOUR.BO, un'applicazione per percorsi storici responsabili

Nel 1916 il pedagogista statunitense John Dewey scrive un libro intitolato Democracy and education nel quale teorizzava il concetto di «educazione accidentale» con cui rimarcava l'idea che l'esperienza spontanea fosse un momento educativo predominante rispetto all'educazione formale. Questo testo, edito nel 1916 potrebbe risultare effettivamente lontano dai tempi moderni - specie nell'era della digitalizzazione – tuttavia, una sua lettura profonda permette di ritrovare un filo conduttore con le problematiche della pedagogia odierna, discorso prezioso soprattutto per la questione della trasmissione e mediazione della memoria storica.
La valorizzazione della memoria storica presuppone un momento pedagogico di trasmissione in cui la memoria di un dato evento riviva nello stesso atto del ricordare. Nell'educazione alla commemorazione è importante che il pubblico venga guidato attraverso una lettura storica obiettiva e che, partendo da essa possa elaborare un futuro basato su conoscenze storiche fondate e non mitizzate. Per poter far questo, la didattica della storia deve attingere oggi a strumenti comunicativi che siano in grado di semplificare la complessità di un evento passato e di valorizzarlo in maniera immediata.
In particolare, oggi, l'elaborazione di una pedagogia che si concentri sul tempo libero e lo impieghi in nuove pratiche di apprendimento risulta una scelta adottata da diverse istituzioni culturali.
Negli ultimi dieci anni, con il sopraggiungere di realtà “parallele” come la realtà virtuale, il momento sociale è divenuto un grande strumento di educazione e di orientamento del pensiero collettivo.
L' educazione accidentale di John Dewey si riferiva proprio al momento sociale: egli sosteneva che quest'ultimo fosse una realtà talmente presente, da dover essere considerata necessariamente come il primo strumento di educazione. In particolare, oggi, il tempo libero è organizzato su una fitta rete di comunicazione ed è un forte momento di socialità, che si sviluppa nella vita reale ma è interconnesso alla vita virtuale “web”.
In tale struttura, il trait d'union tra le due realtà parallele è rappresentato dai luoghi: attraverso la tecnologia smartphone oggi è possibile registrare informazioni e posizioni riguardanti un luogo tramite una modalità di coordinamento geografico chiamato georeferenziazione. La georeferenziazione ci permette di conoscere informazioni sui luoghi che attraversiamo, strumento utile alla conoscenza del territorio.
La didattica della memoria fa un largo utilizzo del territorio, poiché il riferimento ad un tempo passato - non più condivisibile - è rintracciabile nei luoghi di avvenimento di dati eventi, per cui, l'utilizzo del sistema di georeferenziazione diviene un ottimo strumento educativo, che vivifica i tempi ormai assenti ma allo stesso tempo educa in maniera “accidentale” il passante.
Nel caso dell'Emilia-Romagna ad esempio, il legame tra la cittadinanza e i suoi luoghi di Resistenza è ancora molto stabile, poiché forte del processo di educazione alla memoria, da anni intrapreso attivamente dalla regione. È inoltre da sottolineare, il fatto che, specialmente nel caso della città di Bologna, molti luoghi di memoria si trovano nel territorio urbano interno alle mura, e sono oggi luoghi di frequentazione pubblica quotidiana.
La mappatura dei luoghi di memoria tramite georeferenziazione è l'idea venuta in mente all'associazione MonteSole Bike Group – Fiab Bologna, che  assieme ad una rete articolata di enti come la Voli Grouped altre istituzioni culturali ha realizzato un progetto di valorizzazione della memoria storica bolognese: Tour.bo i colli in bici!L'iniziativa lanciata nella primavera del 2013 si articola attorno alla realizzazione di percorsi ciclabili attraverso le tappe storiche del movimento di Resistenza da Bologna ai colli.
Tour.bo è un progetto dalla doppia valenza culturale: la promozione di una mobilità sostenibile attraverso le aree collinari che cingono la città di Bologna e la valorizzazione di una memoria storica lontana dal raggio urbano - per cui spesso dimenticata - sono due elementi fondamentali che permettono di considerarlo come uno tra i progetti più innovativi di educazione alla memoria. Tre i percorsi proposti lungo un raggio di 12 km circa, che rievocano la storia degli eccidi di Sabbiuno e collegano il centro storico di Bologna al Monumento ai caduti di Sabbiuno (ottobre 1944) , situato sulle prime colline del lembo meridionale dell'Appennino bolognese.

I pannelli illustrativi 
del percorso  
I tre percorsi hanno il pregio di essere proposti secondo diversi filtri di lettura tematica. Dal punto di vista storico, in riferimento alle vicende dell'ottobre 1944, il primo percorso ricongiunge l'ex Carcere di San Giovanni in Monte, in pieno centro a Bologna, al Monumento ai caduti di Sabbiuno; il secondo invece è improntato in chiave paesaggistica e riprende la storia degli eccidi attraverso le vie del Parco Cavaioni, del Parco San Pellegrino e di Villa Spada, alle porte del Quartiere Saragozza. Il terzo percorso è pensato per una scampagnata domenicale per famiglie e guida il ciclista in un viaggio naturalistico che risale il corso del torrente Ravone (fin dove possibile), lungo le pendici del Monte Paderno nella valle di Casaglia.

Lungo i percorsi sono stati installati circa trenta cartelli di segnaletica stradale, tra cartelli a carattere storico naturalistico e segnaletica di sicurezza stradale. La scelta di installare un numero minimo di cartelli è stata adottata per non inquinare il paesaggio con una segnaletica non indispensabile alla fruizione del percorso.
La parte più importante del progetto è dedicata alla comunicazione web dei contenuti storici raccolti per il progetto. Avvalendosi della collaborazione di enti quali l'Istituto storico per le memorie del '900 – Parri, il Comune di Bologna, i Quartieri Saragozza, Savena e Santo Stefano, sono state raccolte molte fonti d'archivio tra cui reperti fotografici, video-interviste ai testimoni degli eccidi di Sabbiuno così come varie interviste a chi ha partecipato alla costruzione ed ideazione del Monumento come quella a Letizia Gelli Mazzuccato.
I contenuti del sito web Tour.bo i colli in bici! sono organizzati in forma di testi di approfondimento storico, memorie audio, video-interviste, mappe GPS navigabili e scaricabili, consultabili attraverso i codici QR presenti sulla segnaletica stradale installata lungo i percorsi, dai quali è possibile accedere tramite l'utilizzo di telefoni smartphone. 

La schermata home della
App Tour.bo
Un ulteriore strumento di collegamento al sito web è l'applicazione creata per Iphone, Ipad e Ipod touch che permette di fruire dei contenuti on-line in maniera georeferenziata. Tutti i ciclisti in possesso dell'applicazione potranno usufruire dei contenuti in maniera automatica una volta in prossimità dei luoghi di interesse. L'applicazione è direttamente collegata con google earth e permette di visualizzare i contenuti a carattere storico culturale, così come le mappe del percorso.

Il dettaglio delle tappe

Purtroppo l'applicazione è al contempo fiore all'occhiello e limite del progetto: la creazione di un' applicazione limitata al solo utilizzo di Iphone e Ipad è un elemento a sfavore, anche se, per i telefoni Android c'è comunque la possibilità di accedere direttamente al sito web e consultare i contenuti proposti.
Tra i contenuti audio, diversi sono i racconti e i commenti ai luoghi e alle loro storie proposti da storici e specialisti della materia. In particolare viene posto l'accento sulla scelta della bicicletta come strumento di divulgazione di memoria poiché essa costituisce in una certa misura il simbolo della Resistenza, ricordando la bicicletta eroica come mezzo di trasporto prediletto dai partigiani durante il movimento di Liberazione (vengono in mente ad esempio le imprese ciclistiche di messaggero clandestino con cui si distinse Gino Bartali).

In un altro senso, la bicicletta è simbolo di un viaggio “lento” ma consapevole e come osserva Oriano Caranti, vice-presidente dell'Associazione MonteSole Bike Group – Fiab Bologna in un commento audio, in questo progetto di educazione alla Resistenza, l'importanza della “lentezza” nel viaggio di conoscenza del proprio patrimonio storico – memoriale viene sottolineata attraverso il ciclismo, inteso come una forma di impegno sano del tempo libero che contribuisce in maniera permanente alla completezza della proprio personalità e della propria coscienza.

Allo stesso modo, per ritornare a Dewey, la didattica della memoria dev'essere percepita dai mediatori di memoria come un viaggio lento e responsabile, che non intacchi il ricordo di mito e leggenda ma che lo valorizzi consapevolmente.

Nessun commento:

Posta un commento