giovedì 20 novembre 2014

Il Fondo Franciosi e le perle rare della Biblioteca di Stato a San Marino

La Biblioteca di Stato e Beni Librari della Repubblica di San Marino è uno dei luoghi deputati alla conservazione e tutela del patrimonio culturale del piccolo Stato. Una recente riforma ha accorpato questa struttura nell'ambito dei cosiddetti "Istituti Culturali", congiuntamente ad Archivio di Stato, Musei di Stato ed Arti Performative, in una nuova articolazione che fa riferimento sempre meno al modello burocratico dell'amministrazione della cultura, per prediligere una impostazione manageriale.
 
Il suo sito internet è stato sviluppato già da alcuni anni e sta progressivamente riempendo le proprie sezioni, ma fin da subito ha consentito la consultazione del catalogo on line delle Biblioteche di Romagna visto che l'organismo sammarinese è divenuto parte attiva ed integrante di questo network.
 
Per la realtà nazionale la Biblioteca costituisce il luogo vocato alle ricerche documentali degli storici, possedendo in catalogo una ottima collezione di incunaboli e manoscritti medievali, nonché molti scritti e oggetti, non confluiti nell'Archivio di Stato, che raccontano parti della storia sammarinese anche recente.
Trova qui dimora anche l'abito che Anita Garibaldi lasciò a San Marino in una notte estiva del 1849, quando il marito e le sue truppe, in fuga dal crollo della Repubblica Romana, inseguiti dagli austriaci, trovarono riparo a San Marino che li ospito temporaneamente consentendo poi di fuggire verso Venezia sotto mentite spoglie. La povera Anita in realtà morirà durante il tragitto nei pressi di Ravenna, mentre il Generale riuscirà a fuggire e dopo una decina di anni durante la campagna per l'unificazione della penisola italica sotto la corona Savoia si ricorderà dell'ospitalità sammarinese e il piccolo Stato resterà libero pur contornato da un unico Regno.
Qui sono alcuni degli strumenti creati dal liutaio sammarinese Capicchioni che fanno da pariglia al suo violino posseduto da Salvatore Accardo o al quartetto da lui creato ed esposto al Museo Stradivari di Cremona. Strumenti immortali, patrimonio di una comunità della quale contribuiscono a costruire una identità culturale contemporanea.
Il suono di un violino o di una viola Capicchioni sono ancora di una limpidezza unica che spesso viene perpetuata rendendo onore a questi strumenti di lunga vita. Negli ultimi anni anche gli strumenti collocati a San Marino sono stati riscoperti e suonati in Biblioteca di Stato.
Ma è il patrimonio librario e documentale che costituiscono ovviamente il grande tesoro di questa istituzione e il sito web presenta una sezione denominata "Raccolta Documentaria Sammarinese" dove sono consultabili on line parte dei cataloghi disponibili.
Seguendo il link "ricerca avanzata" si apre una maschera che indica una suddivisione fra "Carteggi" e "Materiale Minore Sammarinese". Come dichiara il sito stesso: "nella sezione Materiale Minore Sammarinese rientrano tutti quei documenti antichi e moderni pubblicati, distribuiti o prodotti al di fuori dei consueti canali commerciali. In genere si tratta di materiali a diffusione limitata o creati per uso interno all’ente o all’istituzione o, ancora, prodotti per specifiche occasioni.
Rientrano in questa tipologia: dépliants, volantini, locandine, cartoline, inviti ecc., ed il loro inserimento nel catalogo bibliografico può risultare molto proficuo per la ricerca ed in particolare per quella a carattere locale.
Nella sezione Carteggi sono presenti ricche e fitte corrispondenze di alcuni personaggi sammarinesi e non, che hanno contribuito intellettualmente e socialmente alla costruzione della nostra storia: Melchiorre Delfico, Pietro Franciosi, Gino Giacomini, Lorenzo Godoli ed altri.
Attraverso la fitta rete di rapporti epistolari che alcuni di loro hanno intrattenuto con una molteplicità di persone, è possibile fotografare l’ambiente storico, sociale e politico del nostro paese tra l’800 ed il ‘900
."
 
Proprio il materiale riguardante Pietro Franciosi, professore socialista che già nel 1900 sosteneva l'uguaglianza di genere, grande studioso, amico di tanti intellettuali del Novecento, costituisce grande interesse per la storia sammarinese. Dal sito è possibile visionare l'inventario dei documenti del fondo che gli eredi hanno donato a San Marino e che, nel corso degli anni ha portato alla pubblicazione di vari testi legati alle diverse attività del "Professore". Dalla consultazione del catalogo on line per le due sezioni citate, si possono ottenere gli estremi del documento, quali, ad esempio, mittente e destinatario di una lettera, argomento principale, data e luogo dove è stata scritta, ma non è possibile visionare il documento come pdf on line, né gratuitamente né prevedendo una registrazione con pagamento, rendendo quindi necessario il doversi recare sempre sul posto per consultare.
Una ulteriore negatività è il non rigoroso ordine alfabetico delle missive catalogate e il fatto che non vi sia una sezione nel menu di ricerca dedicata a tutto il Fondo Franciosi.

 
Potrebbe essere suggeribile, per una migliore consultazione, creare una sezione trasversale che unisca i documenti riferibili a Franciosi e, analogamente, crearne altre per i personaggi sopra menzionati. In quel modo sarebbe facilitata l'attività di studio. Di certo una simile ipotesi avrebbe però come svantaggio un grosso lavoro di preparazione, forse poco praticabile a sito e catalogazione già fatti.
In sintesi potrebbe ipotizzarsi un aggiornamento del portale, alcune sezioni del quale sono ferme da anni (ad esempio la voce "Le attività"), magari andando ad inserire alcune voci in inglese, ipotesi originariamente prevista ma non praticata, e riorganizzando alcune sezioni attuali con possibilità ulteriori, magari volte ad una maggiore multimedialità, con l'inserimento di video o fotografie delle numerose iniziative che si tengono nel corso dell'anno, e con la creazione di sezioni dedicate ai fondi presenti in dotazione.

Modifiche caratterizzanti di una istituzione culturale di grande pregio, collocata in uno dei principali edifici storici del centro storico e parte del "Bene" iscritto nella World Heritage List UNESCO fin dal 2008.

giovedì 2 ottobre 2014

Web e centenario della Grande guerra. Dalla Francia un modello da imitare


a. Logo ufficiale della Mission du Centenaire

Un portale multimediale progettato in Francia accompagna gli utenti alla scoperta della storia della Prima Guerra mondiale e degli eventi ufficiali previsti per celebrarne la memoria, in questo centesimo anniversario.

Il sito "Mission Centenaire 14 - 18" presenta le principali iniziative dedicate alla celebrazione dei cento anni dalla Prima guerra mondiale, selezionate da un consiglio scientifico presieduto dallo storico Antoine Prost. Esso compie anche un'opera di divulgazione presso il grande pubblico in quanto propone degli approfondimenti tematici sulla Grande guerra e delle riflessioni sulla memoria dell'evento.
In questo portale si possono individuare tre macro aree: "Vivere il centenario", "Scoprire il centenario" e "Comprendere il centenario".
Navigando la sezione sul vivere il centenario, ci sarà possibile rintracciare tutte le iniziative ed i progetti previsti per il centesimo anniversario, in Francia ed all'estero. Accederemo così ad una lista di mostre ed esposizioni organizzate da città e dipartimenti francesi. Non mancano poi presentazioni di videoinstallazioni, di percorsi lungo i fronti del conflitto o di nuove App incentrate su luoghi e storie della Grande guerra.
Anche dando un'occhiata alle iniziative promosse al di fuori della Francia troveremo molte esposizioni, mostre o cicli di conferenze. A rendere particolarmente interessante questa sezione sono però le analisi sul rapporto vissuto in altri paesi, europei e non, con la Prima Guerra mondiale e con la sua memoria, nonché i dossier sui progetti sviluppati all'estero a livello nazionale in occasione del centenario.
b. La pagina di presentazione di "Vivre le centenaire"

Se ci spostiamo nell'area dedicata a scoprire il centenario, troveremo una prima sezione in cui vengono presentati archivi pubblici e privati, collocati in tutta la Francia e particolarmente rilevanti per indagare la Prima guerra mondiale. Scorrendo la pagina ci si accorge che gli archivi presi in considerazione ospitano materiali di differente natura, tra cui lettere, pellicole, documenti aziendali, cartoline, illustrazioni e fotografie private. 
c. Alcuni esempi di fondi archivistici proposti
Accanto a questa esiste un'altra sezione, "Autour de la Grande Guerre", dedicata ad un'eterogenea panoramica su un vastissimo insieme di iniziative che coinvolgono la memoria del conflitto. Potremo venire a conoscenza di alcune novità letterarie, di spettacoli teatrali e di rassegne cinematografiche, di fiction e videogiochi ambientati nel '14-'18 e di appuntamenti sportivi dedicati al centenario.
La terza ed ultima parte del sito, "Comprendre le Centenaire", ospita tutto il materiale divulgativo e didattico. In una prima area sono presentati dei resoconti di seminari e conferenze, così come degli approfondimenti su alcuni temi mirati.
In una seconda sezione troviamo invece tutte le iniziative a carattere pedagogico e didattico proposte da scuole, università, biblioteche, archivi, musei ed enti locali. Accanto a queste possiamo trovare anche dei rimandi ad un vasto insieme di documenti didattici digitali, pensati per introdurre i più giovani alla storia della Prima Guerra mondiale.
d. Alcune iniziative proposte nella sezione pedagogica

Tra gli strumenti complementari che arricchiscono la struttura del sito vanno menzionati il modulo dedicato alla mappatura di tutti i monumenti ai caduti della I guerra mondiale, per lo più francesi, e quello che ci propone una timeline di tutti gli avvenimenti principali del periodo '14-'18, corredati di schede informative e documenti d'archivio.

Il portale messo a punto dagli esperti della Mission du Centenaire risulta in conclusione uno strumento estremamente utile ed interessante. Possiamo consultare il sito solo per conoscere le iniziative previste in determinati giorni oppure per approfondire alcune tematiche specifiche. Oppure possiamo considerarlo nella sua globalità ed allora esso ci parlerà di come la Francia ha scelto di rapportarsi a questa ingombrante eredità e di quale idea di storia si trova alla base del progetto stesso.
In ogni caso, il portale risulta sempre agile, coinvolgente ed efficace. Si prova un po' di invidia a constatare che in Italia non sia stato possibile mettere in piedi un simile progetto.
Il sito infatti fa parte di un'operazione di ampio respiro voluta dal governo francese già dal 2012, che vede la partecipazione di BnF, Bibliothèque nationale de France, dell'Institut Français e del Musée de l'Armée di Parigi, nonché di  vari ministeri e moltissimi enti locali.
In Italia, nonostante le iniziative di rilievo messe in campo, è mancata una regia capace di dare un indirizzo nazionale alle celebrazioni dell'anniversario e di articolarlo nei diversi territori.
Nel nostro paese si è scelto di identificare la Grande guerra con l'esperienza del fronte del Nord-Est. Non a caso il link del sito francese dedicato alle iniziative italiane per i cento anni rimanda al programma commemorativo ideato dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e dalla Provincia autonoma di Trento.
Dalla Francia ci giunge dunque un esempio utile non solo per il prodotto sviluppato, ma anche per come viene concepita la memoria collettiva e la sua valorizzazione.
Vive la France!

e. Modulo per la ricerca dei monumenti ai caduti
f. Timeline con date ed eventi principali




mercoledì 1 ottobre 2014

Le fotografie degli Archivi Alinari. Arte, Cronaca, Storia



Scopo di ogni artista è arrestare il movimento, che è vita, con mezzi artificiali, 
e tenerlo fermo ma in tal modo che cent’anni dopo, quando un estraneo lo guarderà,torni a muoversi, perché è vita.

William Faulkner



La fotografia durerà poco, per l'evidente superiorità della pittura.
1829, Journal des Savants
(periodico scientifico francese)




A Firenze, nel 1852, i due fratelli Alinari fondarono un laboratorio fotografico che, in pochi anni, si affermò sul piano nazionale ed internazionale. Il suo sviluppo è andato di pari passo con quello della disciplina fotografica, tanto che oggi l'azienda possiede un archivio di 4 milioni di foto completamente digitalizzato nel 2001. Nel mio percorso di riflessione sul rapporto tra immagine analogica e storia, non poteva dunque mancare un "vagabondaggio ragionato" attraverso il portale www.corporate.alinari.it  . 
Mi spiego meglio. Dopo un'attenta analisi complessiva, ho approfondito l’esplorazione delle sezioni che più mi hanno colpita per la ricchezza e la accessibilità delle fonti. Mia intenzione è condurvi proprio attraverso queste ultime. Non una navigazione “esaustiva”, quindi, bensì fondata su presupposti chiari. E personali.
Pronti ?



La home page è strutturata in modo tale da fornire richiami per tutte le macro aree tematiche sviluppate nel portale. La mia attenzione è stata catturata, in primis, dal titolo Alinari. Cliccandolo sono stata così reindirizzata alla sezione del portale che illustra storia e mission di questa autorevole azienda.
La schermata iniziale presenta una barra superiore che compare di default in tutte le pagine.
Concentriamo però l’attenzione sul menu sottostante, suddiviso in cinque voci. La mia attenzione è stata catturata subito da quelle denominate Alinari Archives ed Alinari Educational (lascio a voi il piacere di scoprire le restanti). Ovvero dai leggendari archivi e dal comparto legato alla fotografia come strumento formativo. Partiamo da quest’ultimo.

Razzolando nel portale, ho scovato in questa pagina il “manifesto programmatico” della Alinari, incentrato sulle molteplici “virtù sociali” della fotografia. Essa viene qui definita come “fonte inesauribile” di documentazione storica, ma anche come strumento in grado di “generare valori nell’ambito della società della comunicazione visiva”. Da qui l’idea dell’azienda di creare due specifici servizi per tutti coloro “che utilizzano le immagini a fini di ricerca, di studio, di discussione, di documentazione personale”.

Così, seguendo alla lettera questa esortazione...ho puntato sul sito Photo Library Educational !


Andiamo quindi ad esplorarlo. Prima di tutto, data la “densità” dei contenuti, è fondamentale chiarirsi il modo in cui sono state strutturati (date un po’ un’occhiata alle aree cui fanno riferimento le immagini archiviate). Senza dimenticare di comprendere, specie per questo genere di risorse on line, i termini di accesso al servizio. Infatti, a seconda delle esigenze dell’utente, quest’ultimo potrà scegliere tra due opzioni. Effettuare una registrazione gratuita al sito (come nel mio caso), che permette una ricerca libera nell’archivio e l'accesso alle fotografie. Oppure stipulare un abbonamento a pagamento, che garantisce più vantaggiose ed efficaci condizioni d’utilizzo dei materiali. La medesima formula è applicata anche alla fruizione di “pacchetti tematici” di risorse.

Ma torniamo alla homepage. Dopo aver effettuato il login, è possibile cominciare la ricerca libera compilando l’apposito modulo. E’ sufficiente scrivere una parola–chiave, spuntare nella parte destra dello schermo i generici tipi di fonte da includere nei risultati finali e cliccare su cerca.


Vi faccio notare la presenza della categoria arte tra i criteri di ricerca. Questo elemento è un forte segno di continuità per un’azienda che più di 160 anni fa si affermò proprio attraverso il ritratto fotografico del patrimonio artistico italiano. Fate una prova: selezionate esclusivamente arte e … lasciatevi stupire !


Ma torniamo a noi. La pagina di destinazione ci permette una “ulteriore scrematura” dei risultati, attraverso l’eventuale aggiunta di un altro termine e l’impostazione di limiti cronologici per i documenti. Nella carrellata dei risultati compaiono le fotografie singole. Cliccando su ognuna di esse verrà visualizzata la specifica “carta di identità”, completa di una concisa ed efficace descrizione e di tags utili per focalizzare ulteriormente la nostra ricerca. Da notare come il menu di quattro voci sotto il modulo di ricerca sia riservato ai detentori di abbonamento. Mentre se analizziamo il quadrante inferiore destro dello schermo noteremo la possibilità di ordinare le immagini secondo data di pubblicazione o di scatto.

La mia valutazione complessiva su Photo Library Educational? Sicuramente questo sito ha il pregio di mettere a disposizione degli utenti un bacino di risorse iconografiche eterogeneo, stratificato nel tempo e ben articolato. D’altro canto, inutile negare che sia sul fronte degli strumenti di ricerca sia sul fronte del concreto utilizzo delle immagini diventa quasi obbligatorio il ricorso all’abbonamento. Ma, modestamente, ritengo che degli aspiranti comunicatori storici potrebbero prendere in considerazione questa eventualità, considerata la intrigante ampiezza di questo archivio e la sua scrupolosa organizzazione.

Ma ora facciamo un passo indietro, torniamo alla schermata di apertura del portale e cominciamo il nostro tour attraverso gli Alinari Archives cliccando sulla omonima voce di menu. Anche in questo caso veniamo rimandati di fatto ad un altro sito, il cui accesso è ancora una volta vincolato ad una registrazione gratuita. Procedura che non ho trascurato. 


Ecco dunque che l’organizzazione della schermata iniziale ci offre un quadro preciso delle risorse in cui potremo imbatterci. A sinistra sono visualizzati i link agli archivi rappresentati, i quali pur non essendo di proprietà di Alinari ne condividono filosofia di fondo, obiettivi o partnership mirate. Grazie ad Alinari, dunque, l’utente interessato può aprire “finestre” su interi mondi di immagini, storie, progetti. Provare per credere…

Ma è il modulo sulla destra della finestra di apertura ad interessarmi maggiormente. All’interno del box Contenuti, sono riepilogate le quattro grandi aree tematiche in cui essi sono strutturati: Archivi, Dossiers, Ricorrenze, Fotografi. Concentriamoci sui primi due. In Archivi sono inseriti concisi riferimenti agli archivi rappresentati (esatto, quelli già visualizzati nella schermata iniziale) e a quelli gestiti da Alinari. Anche in questo caso, consiglio vivamente di lasciarsi guidare dalla curiosità e di esplorare questi siti web legati al mondo della fotografia e dell’immagine. Solo così credo potrà manifestarsi qualche “scoperta” ! Ad esempio è proprio la Alinari ad occuparsi del patrimonio audiovisivo dell'Istituto LUCE per conto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

A essere onesta, le vere "miniere" per me sono annidate nei Dossiers. Questi albums di immagini riguardano le tematiche più disparate e raccolgono immagini rigorosamente censite e classificate. Scegliamo, ad esempio, quello inerente l'utilizzo dei gas nella Prima Guerra Mondiale. Vedremo che si apre sulla carrellata di risorse reperibili al suo interno. 


A questo punto mi pare opportuno accennare ai due strumenti del portale che più mi hanno favorevolmente colpita. Innanzitutto la possibilità di scelta tra una ricerca libera ed una più articolata. Infatti, una volta entrati nel dossier, la banda superiore permette di sviluppare una ricerca avanzata attraverso parametri quali Fotografo, Luogo, Tecnica Fotografica...


Inoltre, è possibile salvare le immagini prescelte in un Lightbox (opposizione metaforica alla "camera oscura"?) che compare sul fondo della pagina. Se selezioniamo una fotografia, ecco che questa "salta" in primo piano insieme ad una breve didascalia. Eppure non finisce qui. Infatti, grazie a tale strumento ci è offerta l'opportunità di riporre le immagini in cartelle, aggiungere didascalie, inviarle via email.... Fate un po' di pratica, vi accorgerete di quanto sia stimolante costruire questo piccolo "archivio personalizzato" !



Che dire, per concludere ? Sia che siate aspiranti comunicatori storici o semplicemente individui consapevoli dell'ambiguo, meraviglioso potere dell'immagine nel raccontare storie... gli Archivi Alinari vi aspettano !



giovedì 11 settembre 2014

La sostenibile leggerezza di Art City Mobi


Come sono cambiate oggi le guide con l'avvento delle nuove tecnologie informatiche? Sono passati i tempi in cui bisognava per forza andare in libreria e perdere ore a sfogliare le guide cartacee per trovare quelle più esaustive o interessanti. Adesso esistono metodi più immediati, grazie ai quali non è più necessario riempirsi le biblioteche personali con volumi di ogni città: è sufficiente con un semplice clic trovare più informazioni contemporaneamente.

L'accesso ai nuovi mezzi di comunicazione è però talmente aperto che si corre spesso il rischio di trovare materiale prodotto in modo approssimativo da persone inesperte. Dilettanti informatici possono usare piattaforme gratuite per fare siti, a qualità ovviamente ribassata. La stessa cosa vale per le app: per realizzarne una valida bisogna investire almeno diecimila euro. Ci sono siti che permettono di crearle gratuitamente, a scapito però del valore finale. Grazie a questo espediente ne fioriscono fin troppe, ma le recensioni degli utenti, se ignorate, possono rappresentare la pietra tombale della propria – presunta - attività. Quindi è tanto facile entrare nel mercato, quanto uscirne.

Una via intermedia, come nel caso di art-city.mobi sono quelle piattaforme dinamiche che permettono di rendere il contenuto web ottimizzato per il cellulare: queste, denominate “applicazioni web”, evitano la creazione di un software esterno da scaricare. Con i siti statici l'utilizzatore perde tempo, perché è obbligato a “zoomare” per ingrandire i caratteri e/o a utilizzare le barre per scorrere il contenuto in orizzontale. Con uno dinamico come questo, invece, si può scorrere in verticale tutto il testo, senza danni alla vista.
Questo sistema, quindi, è intelligente, perché evita di investire sulla creazione di un software esterno: basta modellare il sito web già esistente, riutilizzando i propri contenuti senza gravare troppo sul prodotto offerto e sulla memoria del telefono.


Schermata iniziale dell'app Art-City.mobi
Art-city.mobi è un’applicazione sviluppata da APT servizi (l'Azienda di Promozione Turistica) in grado di fornire un elenco descrittivo dei nove capoluoghi dell'Emilia-Romagna. È una guida on line che permette ai visitatori di conoscere molte caratteristiche e informazioni utili per orientarsi in modo essenziale e pratico nel corso del proprio viaggio.

Come si può vedere, cliccando la “i” in alto a destra, si possono avere tutti i contatti e ottenere quindi una garanzia sull’attendibilità delle informazioni che si andranno a cercare.
I testi sono organizzati in varie sezioni da cliccare di volta in volta. Questa struttura è agevole, perché nel cellulare c’è uno schermo più piccolo, e in tal modo l'utente può selezionare direttamente solo le informazioni ricercate. Inoltre, per non generare confusione, il sito è abbastanza essenziale ed immediato. In generale, grazie ai caratteri più grandi dei testi, l’applicazione è migliore sul cellulare, per ogni pagina visualizzata.

La schermata iniziale prevede tre voci che rappresentano le funzioni principali: “Luoghi”, “Speciali” e “Impostazioni”.


Alla voce “Luoghi”, si possono visualizzare le aree tematiche delle varie città: luoghi dove dormire, eventi, fiere e congressi, monumenti storici, mostre permanenti, musei, musei del gusto, pacchetti e offerte, siti archeologici, siti Unesco, teatri, ville, rocche e castelli.
L'elenco non è sempre esaustivo, perché in alcune pagine vengono indicati solo i luoghi e i servizi più importanti; tuttavia, ciò può risultare utile per chi ha fretta e non ha tempo per approfondire. Però, si trovano anche informazioni sulla provincia, più spendibili da utenti con più tempo a disposizione.
In sostanza non è un'app per addetti ai lavori, che privilegeranno guide o manuali cartacei più approfonditi e comodi da consultare, ma per coloro che necessitano di informazioni più basilari.


La sezione "Luoghi" all'interno dell'app Art-City.mobi


Grazie al grassetto, i titoli sono ben visibili. Non si può dire lo stesso per le icone: sono di piccole dimensioni e molto stilizzate; inoltre, l’utilizzo dei colori grigio e nero non giova molto alla comprensione.
Molto importante notare che, a differenza di altre app, non c’è una sezione dedicata ai trasporti e/o all’accessibilità dei vari luoghi. Questa è una grave mancanza, perché l'utente è obbligato a cercare le indicazioni mancanti su altri siti o app: BOlogna, per esempio, è graficamente molto intuitiva e presenta delle immagini simpatiche e colorate, che permettono di capire subito il contenuto, senza bisogno di leggere il titolo.




BOlogna - screenshot
L'app BOlogna e la sua forma grafica più "accattivante"




Sempre nella prima sezione di Art City Mobi, cliccando sulla lente ’ingrandimento a sinistra, si può cambiare città, selezionando i criteri di ricerca: Ovunque, Vicino a me, Per provincia.
Più semplicemente, in alternativa, si può digitare la zona richiesta nella barra bianca orizzontale.

In ogni contenuto all'inizio si trova l'icona “Dove?”, che però è piccola e non visibile immediatamente. Cliccandola, si apre una piccola mappa: sarebbe stato meglio integrarla direttamente. Comunque in tal modo si sa solo dov’è il posto, ma non come raggiungerlo. Tramite i pulsanti è possibile ingrandire o rimpicciolire la mappa e scegliere la vista dal satellite.

Ogni pagina dei contenuti si divide in tre parti: "Info utili", "Descrizione" e "Feedback"
Questa standardizzazione è utile, perché permette di capire rapidamente dove cercare le informazioni richieste.
In ''Info utili'' sono presenti i contatti. 
Nella ''Descrizione'', invece, c'è una nota storica che illustra il luogo presentato. La fonte è affidabile, perché proviene dall’archivio dell’Apt–Comune di Bologna. Le notizie si limitano all’essenziale ma la chiarezza e la leggibilità del testo sono in definitiva buone. Quindi, direi che un'app di questo tipo possa essere funzionale a chiunque sia interessato a informazioni di base e a qualche dato storico.
Infine, “Feedback” permette di segnalare opinioni e/o eventuali errori.

Nella seconda sezione, Speciali, ci sono due sottocategorie, “Preferiti” e “Consigliati”: nella prima si salvano i luoghi che interessano di più all'utente; nella seconda, invece, si può vedere quello che è apprezzato maggiormente dagli utilizzatori. 
Spesso può accadere che nelle app le funzioni presentate non operino correttamente. Se l’utente segnala questa carenza e lo sviluppatore lo risolve, non è un problema. In caso contrario, alla lunga si perdono utilizzatori e, di conseguenza, pubblicità e ricavi, visto che la maggior parte dei software si sostiene grazie agli sponsor.

L’ultima sezione, Impostazioni, in modo molto intuitivo, permette di stabilire la distanza in chilometri, rispetto a cui ricercare i luoghi o eventi di interesse. Cliccando sopra il numero si può modificare. Una volta effettuata la scelta si deve semplicemente selezionare “Registrati”, per 
memorizzarla.



Le distanze chilometriche selezionabili nella sezione "Impostazioni"
L’impressione generale è che nella sua essenzialità questa app sia più funzionale per lo smartphone che non per il computer. Però ci sono diversi margini di miglioramento. Altre app, infatti, hanno delle icone a fianco dei titoli, che permettono immediatamente all’user di capire cosa risponde alle sue esigenze, senza dover necessariamente leggere. Si sa: un’immagine vale più di mille parole.

Ci sono applicazioni che sono standardizzate da software house esterne: esse sono graficamente più belle, ma molto imprecise, perché tali aziende non conoscono le singole città. Se volessero, però, potrebbero assumere dei consulenti locali per migliorare anche l’accuratezza dei dati.

Quindi, Art City Mobi, se vuole restare sul mercato, deve coprire le proprie lacune, soprattutto a livello di design. Per questo potrebbe attivare una collaborazione con il Comune di Bologna, che ha da anni un sito web turistico www.bolognawelcome.com che, quanto a contenuti e design, è molto avanzato. Comunque, non è trascurabile il dettaglio che non si deve scaricare un software e non avere problemi di spazio nella sim dello smartphone per poter accedere al sito, ma lo si può raggiungere col browser.


venerdì 5 settembre 2014

AreaStorica: per fare un'App, non basta un'app

AreaStorica è un’app recentemente realizzata dal Ministero della Difesa con lo scopo di avvicinare un pubblico vasto ed eterogeneo alla storia militare nazionale, mettendo al contempo a disposizione parte del patrimonio documentale conservato negli archivi di Ministero ed Armi. Gratuita e disponibile per iOS, Blackberry, Windows Phone ed Android, AreaStorica si caratterizza per una grafica semplice quanto immediata che rende l’esperienza di navigazione subito piacevole e davvero alla portata di tutti.

menù di navigazione con, in alto
a destra, tasto di condivisione
Fin dalla Home scorrono in presentazione fotografie provenienti dagli archivi storici di Ministero della Difesa, Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri e che ne descrivono un’interessante storia per immagini. Un’intera sezione  è dedicata al Centenario della Grande Guerra, o meglio agli eventi per esso organizzati di cui vengono fornite brevi descrizioni complete di link appositi. I Luoghi della Memoria è invece a sua volta suddiviso in tre sottosezioni  (Zone Monumentali, Sepolcreti, Monumenti e Sacrari) ognuna delle quali presenta un elenco di luoghi di cui vengono fornite foto, descrizioni anche molto dettagliate ed informazioni riguardo il periodo storico a cui sono collegati. La Banca Dati dei Caduti permette invece di ricercare, inserendone il nominativo,  il luogo di sepoltura dei caduti in guerra e l’eventuale presenza nell’Albo d’Oro della Prima Guerra Mondiale. Molto interessante è anche la sezione Video, in cui filmati d’epoca opportunamente commentati vengono a creare un campionario di minidocumentari, a cura del canale “AreaStorica” della WebTV del Ministero della Difesa . Le successive sezioni rimandano infine alle rispettive aree storiche curate da Stato Maggiore della Difesa, Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare ed Arma dei Carabinieri.


Interessantissimi le foto e i filmati d’epoca fruibili ad ottima risoluzione, come l’elenco dei luoghi della memoria opportunamente recensiti e a vario titolo collegati con il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra. Lodevole infine la volontà di mettere a disposizione la Banca Dati dei Caduti e delle loro sepolture a chiunque, per motivi personali o di ricerca, ne sentisse la necessità.

Impeccabile dal punto di vista della realizzazione tecnica, l’app sembra però soffrire di qualche carenza sul piano progettuale.  In controluce traspare infatti il solito peccato originale che vizia irrimediabilmente molta parte della produzione multimediale di argomento storico:  quello di considerare il mezzo multimediale come una mera estensione del testo scritto tradizionale, di cui si riprendono tanto le strutture che i linguaggi.

AreaStorica pur essendo un’app riporta in realtà abbastanza fedelmente la configurazione e una buona parte delle pagine della sezione Area Storica del sito del Ministero della Difesa, esso stesso navigabile attraverso un minibrowser interno che si apre, seppure in maniera non subito evidente,  selezionando alcune delle sottosezioni.

da notare i tasti di navigazione del browser in alto a destra ed il menù del sito del Ministero della Difesa al centro

La maggior parte dei contenuti  sono d’altra parte testi, anche piuttosto lunghi per un prodotto agevole e veloce come l'app. Le immagini e i video sono presenti in quantità decisamente minore, in sezioni meno curate (alcuni dei video ad esempio si interrompono bruscamente senza trattare il tema del titolo), spesso senza didascalie adeguate e quasi sempre come aggiunta al testo scritto (alcune delle immagini che accompagnano i testi non sono inoltre selezionabili, ed è quindi impossibile ingrandirle a sufficienza per poterle vedere chiaramente sullo schermo di uno smartphone o di un tablet). 

Un apposito tasto permette di condividere la maggior parte dei contenuti tramite mail, social networks e servizi di messaggistica. L’interattività concessa da questa app però si ferma qui. La navigazione procede per sezioni statiche, piuttosto lineari e non collegate tra loro, costringendo di fatto l’utente a seguire un percorso preimpostato e a dover tornare ogni volta al menù principale per esplorare le altre sezioni.  Queste presentano inoltre un notevole grado di disomogeneità tra loro, evidente soprattutto dall’inevitabile confronto tra le parti riguardanti le singole armi, tradendo così la mancanza di un progetto unitario uniforme a favore di una sorta di collage di progetti simili ma distinti.

aree storiche di Marina e Carabinieri a confronto







Si ha poi spesso l’impressione che non vengano sfruttate in pieno le potenzialità di uno strumento, l’app appunto, interessante proprio per la flessibilità e la “leggerezza” di fruizione che offre. In questo senso esemplare è il caso della sezione dedicata ai Sepolcreti: dalla lista si accede alle schede singole di ossari e sacrari,  le quali contengono sì gli orari di apertura e le indicazioni stradali per raggiungerli, ma senza nessuna mappa che ne indichi visivamente la posizione.  Una buona parte dei sepolcreti  sono inoltre dedicati ai caduti della Grande Guerra e sono dunque posizionati in una zona geografica relativamente ristretta, ideale per suggerire percorsi d’insieme anche fisici, magari tramite una mappa più o meno interattiva  che ne indichi anche la vicinanza ai luoghi degli eventi bellici a cui sono collegati (che sono per altro trattati in una sezione ben distinta e di nuovo non comunicante con questa).

Il materiale messo a disposizione tramite questa app è nell’insieme molto interessante ed istruttivo: le foto d’epoca o recenti, i video, i luoghi della memoria  e la banca dati dei caduti sono di fatto un patrimonio nazionale, che Area Storica ha di certo il merito di aver reso fruibile alla collettività tramite un mezzo tecnologico alla portata di tutti. Un’impostazione progettuale forse troppo rigidamente ancorata a mezzi comunicativi tradizionali ha però imbrigliato le potenzialità del prodotto, rendendolo certamente adatto ad un pubblico mediamente esperto o appassionato della storia militare ma poco allettante per molti altri, svilendo almeno in parte l’ottimo proposito di  “valorizzare e diffondere tutto il patrimonio storico presente sul portale della Difesa e nei siti delle Forze Armate” e di “conoscere e approfondire tutto ciò che è legato alla Grande Guerra, della quale quest’anno ricorre il Centenario”.