lunedì 30 gennaio 2012

Celebrare e raccontare l’Unità: Rai 150

Quasi un anno fa veniva messo online il sito www.italia150.rai.it, un portale web per raccontare la storia d’Italia, a partire dalla celebrazione dei 150 anni dell’Unità.  Il sito si presentava come parte integrante della struttura “Rai per i 150 anni”, diretta da Giovanni Minoli, ma l’intento del progetto, rivolto ad un target giovanile di utenti del web, andava oltre la celebrazione del Risorgimento




La home page del sito


Dalla home page si accede a diverse sezioni: la web tv, le biografie, i dossier, la guida tv ai programmi di Rai Storia, la time map del Risorgimento. Molto interessante risulta questo strumento che propone una cartina d’Italia che muta a seconda dell’anno selezionato (dal 1815 al 1871) mostrando il cambiare dei confini in base agli eventi storici ed evidenzia date e luoghi significativi del Risorgimento. Cliccando sull’evento d’interesse si accede alle schede e, soprattutto, a video illustrativi e di approfondimento. 
Nella sezione dossier troviamo testi e filmati relativi a vari argomenti: dai ritratti dei protagonisti del Risorgimento (Cavour, Garibaldi, Mazzini, tra gli altri) a monografie sulla nascita della nazione italiana, sulla Costituzione, ma anche sull’emigrazione, sull’Italia del dopoguerra, o sugli anni di piombo.  Oltre 200 i filmati trasmessi in streaming nella sezione web tv, accompagnati da brevi testi che ne presentano il contenuto e dall’indicazione di altri documenti correlati.
Davvero interessante risulta insomma l’integrazione di diversi linguaggi e format narrativi che, come viene esplicitato sul sito, vuole essere caratteristica distintiva del progetto.

La TimeMap
È evidente come la possibilità di accedere a tanto materiale possa avere una valenza didattica, perché permette di muoversi liberamente attraverso la storia italiana, in modo, appunto, multimediale ed accattivante. L’indicazione esatta e chiara della fonti utilizzate, per lo più assente, però, farebbe di questo sito uno strumento didattico per un apprendimento più consapevole della storia e della sua scrittura. 
In mezzo a tanta varietà e ricchezza di materiale, rimane inoltre un appunto da muovere alla poco evidente organicità del tutto. Non sempre è facile capire, in particolare nella sezione web tv, quale sia il criterio con cui sono stati selezionati ed inseriti i materiali; manca, potremmo dire, un chiaro ordine espositivo. Una mappa del sito, per esempio, aiuterebbe forse ad orientarsi in mezzo alle tante possibilità offerte. I percorsi, infatti, nonostante la presenza del modulo cerca, rischiano di rimanere poco ordinati e consapevoli, il discorso frammentario. 

venerdì 27 gennaio 2012

El-Alamein in un app


Un app per conoscere la battaglia di El-Alamein. La SbS (Sapere by Somnians) ha sviluppato un’applicazione interamente dedicata all’evento che sancì, di fatto, la sconfitta delle forze dell’Asse in Nord Africa. 2.99 € per iPad e 1.59 € per iPhone: un costo piuttosto elevato se si considera che molte delle informazioni sono già reperibili gratis in Rete, su Wikipedia o tramite siti di appassionati. L’applicazione è divisa in varie sezioni cui si accede dal menù situato nella parte bassa dello schermo. La prima pagina, denominata copertina, è molto scarna e contiene solamente la foto della lapide eretta a 111 Km da Alessandria d’Egitto nel punto di massima penetrazione raggiunto dagli italo-tedeschi il primo di luglio 1942. La seconda pagina, invece, contiene una sorta d’introduzione allo scontro suddiviso in due fasi approfondite ulteriormente nelle sezioni successive. Purtroppo la prima parte della battaglia è trattata in maniera troppo sbrigativa e non fornisce informazioni esaustive. La seconda però riprende le fila dall’inizio dello scontro e ricostruisce dettagliatamente l’evolversi egli eventi fino alla loro conclusione.
La sproporzione tra queste due parti non è controbilanciata dalla quarta pagina, dedicata alla carriera militare di Rommel, assai più ampia del dovuto, quasi da eclissare il tema centrale.
A questo punto ci si aspetterebbe una sezione simile dedicata a Bernand Montgomery, invece, ci vengono proposte, con una buona dose di retorica, due pagine, una con una preghiera, l’altra con le immagini del santuario a Quota 33, come se questi monoliti e una litania fossero tutto ciò che ci rimane di quei giorni drammatici.
In compenso, se volete, potete farvi una certa cultura musicale dell’epoca ascoltando alcune delle canzoni del periodo tra cui Come Folgore dal cielo! un pezzo che, al tempo, probabilmente era una hit.



mercoledì 18 gennaio 2012

New media e linguaggi della memoria: il Museo della Memoria Locale di Cerreto Guidi

Il 23 agosto 1944 la valle del Padule di Fucecchio, un'area parzialmente palustre ai confini tra le province di Firenze e Pistoia, fu teatro di uno dei più gravi crimini di guerra commessi durante l'occupazione nazista della Toscana: le truppe tedesche trucidarono 175 civili, rastrellati in modo indiscriminato tra i piccoli centri della zona. Con modalità simili a altri episodi analoghi, ad esempio quello più celebre e discusso di Sant'Anna di Stazzema, il ricordo di questa strage ha faticato, negli anni, a uscire dalla ristretta cerchia dei sopravvissuti e dei depositari della memoria locale. Solo dopo il 1994, l'anno dell'apertura del tristemente noto “armadio della vergogna”, anche questo evento traumatico è entrato in una nuova fase di riscoperta e riconoscimento, che ha poi condotto alla riapertura delle indagini e alla condanna all'ergastolo di tre ex-militari tedeschi il 24 maggio 2011.


La "postazione di orientamento" del museo e il bookshop
Da questo punto di vista, dunque, l'inaugurazione nello scorso dicembre del Museo della Memoria Locale (MuMeLoc) di Cerreto Guidi – uno dei comuni della zona – appare simbolicamente come la conclusione di un processo di riappropriazione della memoria dell'eccidio da parte della popolazione del Padule durato quindici anni. La strage si trova al centro dell'esposizione permanente, e intorno a questo spartiacque mnemonico e narrativo si sviluppa poi il racconto dell'identità e della storia del territorio, a partire dai primi insediamenti preistorici fino ad arrivare agli sviluppi più recenti delle attività in campo agricolo, che costituiscono la spina dorsale dell'economia locale.


Uno degli schermi tattili
Il MuMeloc è quindi un progetto interessante per quanto riguarda i contenuti, ma costituisce allo stesso tempo anche una novità sul piano dei linguaggi scelti per comunicarli. La storia del Padule di Fucecchio è infatti narrata quasi esclusivamente tramite materiale audiovisivo – tra cui numerose interviste agli abitanti della zona e ai testimoni dell'eccidio, oltre che brevi documentari sulle diverse epoche storiche – che i visitatori possono consultare autonomamente attraverso una serie di schermi tattili posizionati lungo il percorso espositivo. Questa scelta, come ci ha spiegato l'ideatore del progetto e curatore del museo Marco Folin, ha a che fare con la natura stessa del patrimonio custodito nel museo: le nuove tecnologie, con la loro versatilità e la possibilità di aggiornamenti rapidi e frequenti, forniscono un supporto ideale alla memoria collettiva, un oggetto immateriale, vivo e in costante evoluzione. Il MuMeLoc, secondo il professor Folin, è un luogo che «vorrebbe espandere il concetto di “museo” tradizionale in un'idea più ricca e malleabile», così come testimonia anche il suo sito web – per il momento ancora in costruzione – che in futuro sarà completo di un'archivio online con materiali consultabili e in parte scaricabili.


La sala dedicata all'eccidio, con il documentario in proiezione
Facendosi testimone della memoria di una comunità rurale e dell'evento traumatico che l'ha segnata più a fondo, il museo di Cerreto Guidi rimane certamente molto legato alla realtà locale a cui appartiene, ma rappresenta un esempio virtuoso e innovativo di gestione del patrimonio mnemonico e culturale che si spera possa presto essere seguito anche da istituzioni museali con maggiore visibilità a livello nazionale.