lunedì 4 aprile 2016

Muhammad Ali sul ring della Storia

«I ain’t got no quarrel with them Viet Cong.
No Viet Cong ever called me nigger»
Muhammad Ali (1967)

Quando nel 2013 ho visitato il Muhammad Ali Center a Louisville, in Kentucky, non ho potuto fare a meno di notare come fosse predominante la volontà di consolidare un’aurea mitica intorno alla figura dell’ex pugile americano. La stessa tendenza è evidente anche nel sito ufficiale del campione: http://muhammadali.com/.

Figura 1. Dalla sezione «the influence»

Aprendo la home page del sito, l’utente è accompagnato in un mondo dinamico, colorato e celebrativo, dove ogni contenuto proposto è volto a dimostrare che Ali è «the greatest of all time».
Anche la scelta dei titoli delle singole sezioni («the man», «the influence» e «the legend») sembra rispondere alla necessità di conferire maestosità al personaggio secondo una tecnica abbastanza ricorrente nell’ambito sportivo. Tuttavia qui non vengono elogiate esclusivamente le imprese agonistiche del campione, bensì viene dato ampio spazio alle scelte compiute da Muhammad Ali in quanto uomo. Famoso per essersi rifiutato di combattere in Vietnam nel 1967, infatti, egli fu arrestato, privato dei titoli conquistati e bandito dalla boxe fino al 1971. Se in passato, dunque, il suo impegno sociale e politico ebbe gravi ripercussioni nella sua carriera, oggi ciò si può definire come l’elemento maggiormente caratterizzante della sua persona, indivisibile dal suo essere uno sportivo.

Figura 2. Il menu del sito

Analizzando più nello specifico il sito proposto, esso risulta piacevole e intuitivo, anche se l’eccessiva lunghezza delle pagine rende la navigazione poco pratica. La compresenza di testo, citazioni, fotografie e video contribuisce a creare un effetto coinvolgente e l’utente ha la possibilità di approfondire rapidamente le proprie conoscenze. Inoltre il comando scrolling, la collocazione del menu in alto a destra e nella barra in fondo, la call to action semplice («learn more» e «view collabs», per fare qualche esempio) sono soltanto alcuni degli elementi che rendono la risorsa agile e facilmente fruibile. A ciò si deve aggiungere la grande attenzione riservata ai dettagli, quali la firma di Muhammad Ali che funge da logo e il punchball che appare in attesa del caricamento di una pagina.

Unici aspetti negativi da segnalare riguardano la soppressa pagina dei contatti e la sezione delle news, non aggiornata dall’8 maggio 2015, anche se al posto di quest’ultima è possibile consultare le pagine twitter, facebook e instagram ufficiali.

Infine, può suscitare qualche perplessità la presenza della sezione «shop». È lecito dedurre che dietro il sito dedicato a Muhammad Ali vi siano delle finalità di marketing, dal momento che si vuole sfruttare l’immagine e la fama del campione per vendere. Nonostante ciò, nel complesso la risorsa rappresenta un contenuto utile per conoscere la storia di un protagonista degli anni Sessanta, testimonianza evidente di come gli sportivi possano avere un ruolo influente anche al di fuori dell’arena.

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