lunedì 18 febbraio 2013

Biografie e Luoghi di memoria nelle Marche




Il portale Storia Marche 900 si rinnova. Un progetto ambizione quello cui sta lavorando da mesi l’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche: creare uno spazio web in cui ricostruire, attraverso le fonti, i luoghi e le persone, la storia marchigiana negli anni del fascismo, della guerra e dell’occupazione nazifascista. A questo scopo sono nate le due nuove sezioni Biografie e Luoghi di memoria che, in modo parallelo ma interconnesso, permettono al lettore di calarsi in un mosaico di voci ed avvenimenti.

Si ripercorre la storia di città, paesi, villaggi e campagne, ma anche di persone e di popolazioni investite dalla guerra, dalla deportazione, dalla violenza, dalla resistenza civile e dal partigianato attivo. Ad emergere sono storie di dolore, sofferenza e distruzione, ma anche storie di coraggio e determinazione, attraverso le quali le Marche e l'Italia intera sono riuscite a ritrovare la libertà e la pace, dopo venti anni di dittatura fascista e cinque di guerra. 

Le Biografie, attraverso una grafica minimalista, vengono proposte seguendo una semplice divisione alfabetica. Storie esemplari nella loro ordinarietà. Vite di uomini e donne comuni che, trovatisi a fare i conti con la Grande Storia, ne sono rimasti in qualche modo cambiati. Come Ferruccio Ascoli che, sebbene avesse aderito al fascismo sin dalla prima ora e ne fosse diventato uno dei maggiori sostenitori anche grazie all'incarico di direttore del Corriere Adriatico, il principale quotidiano delle Marche, dopo le leggi razziali fu arrestato e deportato ad Auschiwitz, da cui non fece più ritorno. O Walchiria Terradura, partigiana nel pesarese che, non ancora ventenne, venne nominata dai suoi stessi compagni, per il coraggio e la determinazione, comandante del Gruppo Settebello, ottenendo nel dopoguerra la Medaglia d’argento al Valor Militare.

La mappa interattiva

A farla da padrone in Luoghi di memoria è invece la mappa interattiva della regione. Bottoni neri per le comunità segnate da episodi di violenza e da tragici eccidi ai danni della popolazione e dei partigiani. Bottoni blu per i campi d'internamento per prigionieri di guerra, per oppositori del regime e per ebrei: luoghi di prigionia e sottrazione della dignità umana. E tanti bottoni rossi per le città, i paesi e le montagne che hanno vissuto la guerra, la distruzione, la miseria, i bombardamenti, l’occupazione e il passaggio del fronte. Ma che si sono anche trasformati in rifugio per molti partigiani.


È un progetto in fieri, arricchito costantemente di
nuove fonti bibliografiche e documentarie, di immagini e di testimonianze, in linea con il rigore metodologico e le finalità storiografiche dell’Istituto. Le pagine sono ricche di rimandi interni e di link esterni che consentono al lettore di muoversi in una trama di georeferenza costante e di costruirsi una mappa di luoghi, eventi, persone e gruppi relativi alla zona di interesse.


Una scheda della sezione Luoghi di memoria
È a tutti gli effetti uno strumento utile e facilmente fruibile da chiunque sia interessato a conoscere o approfondire questo particolare segmento cronologico della storia della nostra regione. Ma si presenta anche come un ottimo supporto didattico cui professori e studenti possono attingere per completare con mappe, documenti, fotografie e ricostruzioni dettagliate, quanto detto nei testi scolastici.

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