venerdì 9 dicembre 2011

The living (sleeping) history



Quante volte passeggiando fra le impolverate vetrine di un museo ci siamo chiesti che tipo di “vita” avessero avuto gli oggetti osservati? Chi li avesse maneggiati e come?
La fantasia può essere d'aiuto in questi casi ma, di certo, non può ricreare con meticolosa cura edifici risalenti a migliaia di anni fa.
Già da lungo tempo in nord Europa ha preso piede un interessante metodo di approccio alla storia: i cosiddetti musei open air, vere e proprie porzioni di paesaggio dedicate alla ricostruzione di strutture a cielo aperto, fedeli ai ritrovamenti archeologici avvenuti sul luogo. Qui i visitatori hanno la possibilità di passeggiare fra piccoli agglomerati di palafitte dell'età del Bronzo come, ad esempio nel Pfahlbaumuseum Unteruhldigen in Germania, o di rivivere per una giornata in un borgo medievale presso l'Historisch OpenluchtMuseum Eindhoven (Paesi Bassi). Tutte queste visite sono accompagnate, perchi lo desidera, da veri e propri laboratori dedicati all'apprendimento ed alla creazione di materiali ed utensili dell'epoca, senza dimenticare che in molte di queste strutture sono presenti figuranti con tanto di abiti rievocativi. Si tratta quindi di un vero viaggio nel tempo che, senza dubbio, può essere in grado di suscitare intense emozioni, soprattutto per i più piccoli. Proprio per incentivare questo tipo di comunicazione storica è nato nel 2000 il progetto liveARCH promosso e sostenuto dall'Unione Europea al quale hanno aderito otto musei europei : Historisch OpenluchtMuseum Eindhoven (NL), Pfahlbaumuseum Unterhuldigen (DE), “Matrica” Múzeum és Régészeti Park (HU), Parco archeologico e Museo all'aperto
della Terramara di Montale (IT), Āraišu arheoloğiskais Muzejparks (LV), Lofotr Viking Museum (NO), Fotevikens Museum (SE), The Scottish Crannog Centre (UK).
Ognuno di questi musei all'aperto cerca quindi di riproporre, se così si può dire, la storia che vive nel presente. Affinché questo accada, è necessario però che il fascino prodotto da questi luoghi non si discosti eccessivamente dal mondo reale che vi è all'esterno dei parcheggi dove i turisti lasciano le loro auto. Se diamo uno sguardo ai siti internet di ciascuno dei musei elencati, noteremo alcune gravi dimenticanze: ad esempio, taluni non possiedono la pagina tradotta in inglese e altri dispongono di limitato materiale fotografico. Benché vi possano essere esaustive spiegazioni storiche del museo e di ciò che in esso è contenuto, il fattore mancante che accomuna la presentazione di ognuno di questi siti internet, quindi il loro biglietto da visita per eccellenza, è la quasi assenza dell'utilizzo dei new media. I video sono- a parte in alcuni casi- inesistenti e le ricostruzioni 3D che, a mio avviso, avrebbero svolto un ruolo essenziale per la pubblicità del museo in rete non sono state prese minimamente in considerazione. Il termine living history deve dare sì l'idea di una storia che rivive nel presente, dinamica e divertente, ma non ci si deve dimenticare che il presente è ormai inscindibile dalle nuove tecnologie e che quindi, dormire sugli allori rischia d'essere assai controproducente.


NOTE:
Prima fotografia in alto a sinistra:  alcune ricostruzioni di palafitte presso il Pfahlbaumuseum.
Seconda fotografia in basso a destra: ricostruzione di una porzione di villaggio medievale presso il museo di Eindhoven.

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