O
Doutor da bola
Sòcrates e a la democrazia Corinthiana
Sócrates
Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira conosciuto come Sòcrates è stato
un medico, un calciatore, un marxista, ma soprattutto un uomo dal libero
pensiero; chiamato così dal padre appassionato dei classici greci, dopo aver
letto La Repubblica di Platone,
Sòcrates, nato nel 1954, cresce in un Brasile stretto nella morsa di un brutale
dittatura militare, salita al potere con un colpo di stato appoggiato dagli
Stati Uniti nel 1964. Come altre dittature sudamericane il regime impose una
stretta fortissima alle libertà civili e individuali, inaugurando la triste
stagione dei desaparecidos in anticipo sui regimi cileno e argentino degli anni
’70.
Il
padre riesce a trasmettergli l’idea della cultura come arma da usare contro la
subalternità. Chi sa può difendersi, il potere può levarti i diritti e la
libertà ma non la coscienza critica, con questo insegnamento scolpito nella
coscienza intraprende gli studi di medicina e si avvicina al marxismo,
definendosi “uomo di sinistra e
anticapitalista”. Le notti passate a bere, fumare e studiare non gli
impediscono di continuare a giocare a calcio, la sua grande passione. Per due
anni milita nel Botafogo, nel 1976 dopo la laurea in medicina si trasferisce al
Corinthians.
Il
Corinthians è la squadra popolare di San Paolo, un club polisportivo fondato
dagli operai del quartiere San Francisco nel 1910, con l’idea che chiunque
potesse esprimere le proprie abilità nello sport; agli inizi del ‘900 il calcio
in Brasile era uno sport elitario, praticato principalmente dai discendenti
degli immigrati britannici o da chi lavorava per le compagnie di sua maestà. Il
“Tìmao”, questo il soprannome della squadra, diventa in breve tempo la squadra
del popolo, degli operai, degli ultimi.
I
primi anni del dottore a San Paolo non sono dei migliori, la piazza è molto
calda, ma la squadra non vince da molti anni e si aspettano dei risultati sul
campo. Sòcrates non accetta l’autoritarismo dell’allenatore, che impone ritiri,
doppie sedute di allenamento e in campo ingabbia la sua creatività, pensa che
quel modo di gestire la squadra sia il riflesso delle politiche autoritarie del
governo applicate alla vita degli atleti. Il fantasista non riesce più a
giocare “per puro piacere” come sostenne in una conferenza stampa da lui
convocata a metà stagione. Nel 1980 vince il primo campionato con la squadra
paulista, ma si sente infelice e frustrato, sente un fuoco riardere dentro di
sé, comincia a pensare che quella rabbia possa trasformarsi per diventare
qualcosa di nuovo e rivoluzionario. Inizia a giocare con un furore diverso e
dopo ogni gol esulta col pugno chiuso come John Carlos e Tommie Smith alle
olimpiadi del 1968.
Sòcrates esulta a pugno chiuso dopo un gol |
I
risultati latitano ma il suo carisma e la sua leadership non temono confronti,
nel 1982 prende forma quello che non si era mai visto: con il benestare del
presidente Pires e con l’appoggio del nuovo allenatore e dei compagni Wlàdimir
e Casagrande, Sòcrates fonda la democrazia
corinthiana, la trasformazione di una squadra di calcio in una democrazia
diretta socialista. Tutte le decisioni si prendono a maggioranza dopo aver
interpellato tutti i membri della società, dall’orario degli allenamenti alla
cancellazione dei ritiri, alle tattiche da utilizzare sul campo di gioco.
Il
primo anno la squadra migliora senza però riuscire a battere il Flamengo di
Zico, ma la linea è stata ormai tracciata. La stagione successiva, dopo la
delusione per l’eliminazione al mondiale 1982 per mano dell’Italia di Bearzot,
la democrazia corinthiana vince il titolo! Si ripeterà l’anno successivo
nonostante l’arrivo di un allenatore dai metodi rudi e autoritari.
Sensibilizzazione elettorale sulle magliette del Tìmao |
La
vittoria più grande però non sono i titoli, la democrazia corinthiana è il
centro nevralgico dei movimenti di protesta, delle lotte sindacali, degli
scioperi, protagonista della cultura progressista insieme agli intellettuali e
agli artisti dell’epoca. Negli anni dell’autogestione spesso comparivano sulle
magliette del Tìmao scritte come “democrazia” o “Dia 15 vota”, nel 1983 prima
di una partita la squadra entra in campo con lo striscione “Vincere o perdere,
ma sempre con democrazia”.
Nel
1984 la dittatura militare dopo grandi manifestazioni fu costretta a concedere
elezioni democratiche, nel 1989 dopo 25 anni si tennero le prime elezioni
libere nel paese. Sòcrates e la Democrazia Corinthiana contribuirono
direttamente con il loro esempio e con la loro lotta alla fine della dittatura.
Anni
dopo Sòcrates affermò che gli sarebbe piaciuto morire di domenica con il
Corinthians campione, il 4 dicembre 2011 è morto, a soli 57 anni a causa dell’abuso
di alcool. Lo stesso giorno il Corinthians si è laureato campione, tutti i
giocatori hanno festeggiato alzando al cielo il pugno chiuso.
Oltre
alla classe, ai colpi di tacco e il suo incredibile talento, Sòcrates ci ha
lasciato l’esempio e la consapevolezza che la lotta per la democrazia e le
giustizia sociale deve partire da ognuno di noi e che il calcio può trascendere
da semplice gioco per divenire strumento di coscienza, lotta, rivoluzione. Si
può vincere o perdere, ma solo con democrazia.
striscione per la democrazia prima di una partita del Corinthians |
Fonti:
Solange Cavalcante, Compagni di stadio : Socrates e la Democrazia Corinthiana, Roma, Fandango libri, 2014
Lorenzo Iervolino, Un giorno triste così felice : Socrates, viaggio nella vita di un rivoluzionario, Roma, 66thand2nd, 2014
http://www.ultimouomo.com/buon-compleanno-dottor-socrates/
Solange Cavalcante, Compagni di stadio : Socrates e la Democrazia Corinthiana, Roma, Fandango libri, 2014
Lorenzo Iervolino, Un giorno triste così felice : Socrates, viaggio nella vita di un rivoluzionario, Roma, 66thand2nd, 2014
http://www.ultimouomo.com/buon-compleanno-dottor-socrates/
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