lunedì 28 luglio 2014

La ragazza dell’orecchino di perla in 3D: il tour virtuale di Palazzo Fava

Dall’8 febbraio al 25 maggio di quest’anno, Palazzo Fava ha ospitato la mostra La ragazza con l’orecchino di Perla, un evento che ha animato il dibattito sulle politiche culturali della città di Bologna e ha messo in moto, al tempo stesso, una serie di strategie comunicative per promuovere i capolavori in arrivo dal Mauritshuis dell’Aia. Tra queste, la presenza di un tourvirtuale al quale si può accedere dalla home page della mostra sul sito dell’ente organizzatore Linea d’ombra.

La ricostruzione virtuale delle trentasette opere fiamminghe esposte ha lo scopo di invogliare il pubblico forestiero a visitare dal vivo la mostra dandone un primo assaggio e celebra, grazie a una grafica tridimensionale altamente sofisticata, “l’impresa” compiuta nel portare il famoso dipinto nel capoluogo emiliano siglando il primato italiano su Roma e Milano e contando, alla fine della fiera, oltre trecentomila visitatori e un notevole indotto economico sulla città. Ma per quanto possa sembrare paradossale, del virtual tour si è parlato molto poco sui media, sebbene si presti bene come strumento di marketing territoriale, ormai assodato all’estero nei principali musei e tutt’altro che scontato nel Belpaese dove, se c’è, non raggiunge il livello qualitativo proposto da Linea d’ombra. Il dato, quindi, è tutt’altro che irrilevante, perché pone effettivamente Palazzo Fava e la mostra stessa su un piano internazionale: obiettivo fondamentale dell’operazione culturale che la città e l’organizzazione volevano raggiungere.

Immagine tratta dal sito: http://www.lineadombra.it/virtualtour/ragazza-con-orecchino/index.html


La schermata iniziale si apre con l’ingresso alla mostra e fin da subito l’impatto visivo è notevole: una prima inquadratura mostra il pannello espositivo raffigurante il quadro-simbolo della ragazza e si sposta automaticamente verso la prima sala, mentre una musica, ben scelta e ben abbinata, accompagna l’introduzione del curatore Marco Goldin. In basso a destra  ci sono i comandi direzionali, che permettono di navigare dentro il museo, di zoomare e di ingrandire a schermo intero l’immagine tridimensionale, mentre sulla sinistra il pulsante mappa dà un prospetto generale delle sette sale di Palazzo Fava sul quale è possibile cliccare per visitarle nel dettaglio, un tasto “info” evidenzia il periodo di esposizione della mostra e un terzo tasto, presente solo in questa schermata, permette di ascoltare l’audio introduttivo. Grande pecca: se il virtual tour è pensato per proiettare la mostra, il Palazzo e la città su scala internazionale non può non esserci la traduzione in lingua inglese. La sua assenza mostra che il target di riferimento è estremamente limitato o che comunque la grande operazione estetica, senz’altro riuscitissima, è meramente autoreferenziale. Lo stesso audio - giustamente esiguo essendo compito del virtual tour dare solo un primo assaggio dei contenuti – è tratto dalle audioguide: scelta comprensibile ma, una volta finita l’introduzione del curatore, le indicazioni dettagliate sui tasti da premere una volta entrati fisicamente nel museo sono superflue e poco adatte alla visita 3D.

Dettaglio degli affreschi di Palazzo Fava

Il tour virtuale è comunque entusiasmante: la navigazione procede in modo fluido e senza rallentamenti e lo zoom è ben calibrato perché permette di leggere il primo pannello esplicativo, “Il Mauritshuis del futuro”, negando la stessa possibilità a quelli delle altre sale, segno che il criterio di mantenere una solida barriera tra la visita virtuale e quella reale è stato rispettato. Notevole è la riproduzione dei singoli quadri: ben visibili quelli più grandi, più sfocati quelli di dimensioni più piccole. Ad ogni modo su ciascuno è riportata una didascalia che indica nome del pittore, titolo dell’opera, anno e dettagli del quadro. È così possibile procedere per le sette sale divise in sei tematiche (La storia del Mauritshuis, Paesaggi, Ritratti, Interni con figure, Nature Morte e infine La Ragazza con l’orecchino di perla) e ascoltare la spiegazione prevista per tre soli quadri: Paesaggio boschivo con casolari di Meindert Hobbema, Uomo che fuma e donna che beve in cortile di Pieter de Hooch, Canto di lode di Simeone di Rembrandt. La scelta non è affidata al caso: i primi due sono di artisti meno noti al grande pubblico, ma rappresentano le specialità dei pittori fiamminghi, ovvero paesaggi e ritratti, mentre il terzo è un nome celebre, tuttavia il quadro selezionato si vede poco bene per le sue piccole dimensioni. Invece, al celebre ritratto-icona di Vermeer, in solitudine nell’ultima sala, non è stato posto alcun limite di visione. Di particolare rilievo, è la trasposizione dei soffitti e degli affreschi di Palazzo Fava: muovendo il mouse verso l’alto è possibile, per ciascuna sala, godere della fedele riproduzione, a cui forse si poteva aggiungere qualche informazione didascalica essenziale, per evidenziarli all’attenzione del visitatore evitando che quest’ultimo li tralasci.

http://www.lineadombra.it/virtualtour/ragazza-con-orecchino/index.html


Visto il potenziale e le risorse del virtual tour, resta un’ultima perplessità: l’assenza totale di riferimenti nei siti turistici e istituzionali, col rischio di non sfruttare i benefici di un evento che ha caratterizzato la città di Bologna.

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