sabato 12 luglio 2014

Il progetto internazionale “Laura Bassi e le carte di famiglia”


L’idea della digitalizzazione e successiva messa in rete del fondo Bassi Veratti è nata nel 2010 grazie ad un’idea vincente di John W. Haeger, sinologo, ex presidente del Research Library Group 

Immagine di Laura Bassi

e collaboratore di Stanford University Libraries, istituzione che vanta una collaborazione pluriennale con la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio e con l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia Romagna. Nel corso di un viaggio a Bologna ed una visita all’Archiginnasio, Haeger mise in relazione, in un’ambiziosa visione di insieme, gli studi su Laura Bassi e le scienziate europee condotti da Paula Findlen, docente dell’Università di Stanford, con i progetti più recenti di digitalizzazione di documenti realizzati dalla stessa Università ed il fondo speciale Bassi – Veratti  conservato in Archiginnasio.
L’idea di proporre agli studiosi uno strumento accessibile da ogni parte del mondo e di facile consultazione fu accolta con grande entusiasmo e creò un’efficace sinergia tra l’Archiginnasio, detentore dell’archivio, che mise a disposizione l’inventario e le numerose competenze dei propri studiosi in materia di contenuti storici e organizzazione degli archivi, tra i bibliotecari di Stanford e gli esperti in digitalizzazione che hanno trasformato l’inventario in uno strumento di ricerca digitale corredato di una interfaccia bilingue, e l’IBC Soprintendenza per i beni librari della Regione Emilia Romagna, che ha supportato la ricerca mettendo a disposizione l’esperienza maturata nella collaborazione a diversi progetti internazionali.
Come spesso accade nei progetti pilota la collaborazione è stata limitata a questi soggetti non per creare un’ esclusiva ma per testare l’efficacia scientifica di uno strumento per la ricerca attraverso documenti depositati non in una sola sede ma presso sedi diverse, che permettesse il fiorire di studi dedicati a Laura Bassi nello specifico ma allargati alle donne scienziate in genere, nell’ambito della tradizione dell’Università di Stanford negli studi di storia della scienza.
Ne è risultato il sito web dedicato pensato e sviluppato utilizzando le tecnologie open source, applicate dagli ingegneri di Stanford a tutte la soluzioni di ricerca e di accesso.
La digitalizzazione  dei documenti dell’archivio è stata una vera e propria sfida, anche se, come dato di partenza, poteva avvalersi del minuzioso lavoro di inventariazione già compiuto dagli archivisti dell’Archiginnasio; alla fine il risultato è stato una piattaforma web per la ricerca dei documenti archivistici e delle informazioni correlate. La navigazione nel sito permette di effettuare ricerche a più livelli, dalla consultazione di una mappa interattiva che riporta i documenti associati ai diversi luoghi, alla ricerca più complessa che permette a specialisti e studiosi di diversa formazione di incrociare i dati per ricavare prospettive di studio e di ricerca sempre diverse; il portale, inoltre, offre la possibilità di non perdersi nel mare magnum dei documenti che costitutiscono il fondo ma di orientarsi attraverso una serie di link mirati, ciascuno relativo ad una precisa tipologia di documenti.
A questo punto ci si potrebbe interrogare sulle ragioni di tanto interesse per Laura Bassi e su che cosa rappresenti questa figura di scienziata nel panorama storico non solo della Bologna settecentesca ma dell’Europa del XVIII secolo.

Laura Bassi é personaggio di grande interesse non solo perché si configura come fulcro di una rete informale di studiosi  che hanno legami ed interessi comuni e con Bologna, persone le cui competenze diversificate contribuiscono ad allargare lo sguardo sulla conoscenza della storia della scienza europea ma anche per quello che racconta a studiose e studiosi nell’ambito della storia di genere, per almeno tre motivi fondamentali.
Il primo: nata nel 1711, mentre in Europa soffiavano tempestosi i venti della guerra di successione spagnola, Laura Maria Caterina Bassi fu sostenuta da una famiglia benestante quanto lungimirante che non le impedì l’istruzione, fu la prima donna a laurearsi nell’Università di Bologna nel 1732 e la prima docente di Fisica in Europa.

L'Archiginnasio bolognese

La Bologna di quel tempo, che dialogava alla pari con i centri europei più avanzati negli studi scientifici aveva trovato la propria icona e la giovane scienziata, di cui lo stesso cardinale fu un estimatore ed un sostenitore, diventò il vanto cittadino da ostentare.
Il secondo: nel 1738 venne celebrato il matrimonio di Laura con Giuseppe Veratti, medico ed esperto di fisica, suo collega in Accademia e nell’Università. Fin qui nulla di strano ma non dobbiamo dimenticare che durante l’età moderna e non solo il matrimonio segnava una cesura forte nella vita di una donna, era l’evento che rappresentava il raggiungimento del fine naturale dell’esistenza femminile che, da quel momento in poi, per quanto potesse essere stata ricca e appagante in precedenza, cedeva il passo alla domesticità, alla maternità, ad una dimensione del tutto privata nella quale non c’era più spazio per talenti o aspirazioni.
Per Laura le cose andarono diversamente: il marito non la ostacolò nella professione e nemmeno la nascita di otto figli la privò della possibilità di continuare a ricoprire un ruolo pubblico.
Terzo motivo: non solo Laura proseguì nella carriera scientifica, nonostante fosse moglie e madre, ma poté contare sulla collaborazione costante del marito che le fu assistente e che solo dopo la morte della moglie, nel 1778, le subentrò nell’insegnamento della fisica sperimentale all’Istituto delle Scienze.
Queste osservazioni ci restituiscono in Laura Bassi una figura di donna davvero interessante, un personaggio moderno, stimolante per la ricerca, ricco di sfaccettature che suggeriscono approcci di studio e suggestioni differenti e complementari. 
Chissà se a Laura Bassi sarebbe piaciuta l’idea di un sito web dedicato alla raccolta delle carte della sua famiglia. Molto probabilmente sì perché si tratta di uno strumento che, nella contemporaneità, rinnova e amplia lo spirito e semplifica la pratica della circolazione di informazioni, cuore pulsante della comunità scientifica del XVIII secolo di cui Laura Bassi fu una luminosa protagonista.

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