martedì 21 giugno 2016

(Quasi) un buon sito

Premessa. Chi scrive conosce bene il legame stretto tra la Valle d'Aosta e il turismo. Lo stesso, per intenderci, esistente tra un vegano e una grigliata mista; fastidio e, quasi, ribrezzo. Il perché, non è noto. Detto questo, il Forte di Bard rappresenta una piacevole eccezione; sembra, quasi, tu sia il ben accetto. Entrando in quella meravigliosa fortezza primo-ottocentesca non ti senti, per dire, come un centroafricano capitato per sbaglio al raduno di Pontida. 
Il sito ufficiale del Forte è ben fatto. O quasi. L'home page risulta un pochino confusionaria, costellata di sezioni news e sponsor. Preso fiato, però, è possibile navigare in maniera logica. Nella parte alta dell'home page una serie orizzontale di finestre, permette di conoscere le essenziali notizie relative al Forte; dal come raggiungerlo, alla storia passando per i musei e le mostre, sino all'immancabile(?) negozio di souvenir.




Aprendo una sezione a caso, quella delle mostre, si possono comprendere sia il grande attivismo del forte dal punto di vista culturale ma, per quanto concerne il sito, anche una grande occasione mancata. Un archivio, quasi, imponente privo però non tanto di un rimando web - magari una mostra virtuale, ma sarebbe troppo bello - quanto nemmeno di una gallery. L'archivio mostre, quindi, rimane come un elenco di tante belle cose. Vero, una gallery è presente nel sito, a sinistra ma basta navigarla per comprenderne l'inutilità.
Essenziale è, invece, la sezione musei. Risultano, infatti, di facile fruizione sia i vari musei presenti all'interno del forte sia gli orari e le tariffe. Dal punto di vista estetico, per quanto concerne il museo principale, quello Delle Alpi, purtroppo nemmeno il virtuale può eliminare l'insegna reale progettato, si presume sul modello Motel statunitense anni Ottanta.


Scorrendo velocemente nelle altre sezioni, degne di nota sono quelle dedicate alla didattica - con una serie di belle iniziative per le scuole - e ai numerosi eventi sia sportivi che culturali ospitati o legati in qualche modo al forte. Nulla da eccepire, semplici da navigare e piuttosto intuitive, coronate da una grafica essenziale ma gradevole. La nota dolente, però, giunge alla fine. Quando, per curiosità, può venir la voglia feticista al visitatore di gettarsi nello store online, arriva la scoperta; è il catalogo Decathlon. Questa, senza dubbio alcuno, la prima impressione. Ora qui non si vuole fare il solito borioso discorso da salotto culturale della Roma bene degli anni Settanta sulla mercificazione della cultura né tantomeno rileggere il sillogismo tremontiano sulla cultura e il cibo ma, ecco, risulta quantomeno curioso che la sezione maggiormente dettagliata sia quella dove vengono messe in vendita magliette e gadget kitsch. Ma alla fine, è come la toilette nei ristoranti; in fondo a destra. Basta non avere urgenze. 

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