E’ difficile scrivere di Napoli. Della sua bellezza e di quel sublime miscuglio di arte, cultura e folklore napoletano. Sarà stato per via di questo miscuglio che Elsa Morante la narrava come «la città più civile del mondo. La vera regina delle città, la più signorile, la più nobile. La sola vera metropoli italiana». Eduardo de Filippo, invece, la descriveva come un paese curioso (Napoli è nu paese curioso): «Napoli è un paese curioso, è un teatro antico, sempre aperto. Ci nasce gente che, senza preparazione, scende per le strade e sa recitare. Non lo fanno apposta, ma per loro il panorama è una scenografia, il popolo è una bella compagnia, l'elettricista è Dio che fa vivere. Ognuno fa una parte, una macchietta; si sceglie il tipo, il nome, il trucco, l'intercalare, l'andatura, per avere successo e per farsi guardare».
A curiosare tra le pagine del blog “napoliartmagazine”, sembra di trovarsi davanti al racconto di quel sublime miscuglio di arte, cultura e folklore napoletano, una sorta di teatro sempre aperto, dove il desiderio di far conoscere una città eclettica nel suo genere, «la sola vera metropoli italiana», rivive attraverso lo sguardo di un gruppo di artisti.
Il blog, infatti, nato nel settembre 2014 ad opera di un artista, Giovanni Manzo, non è soltanto la raccolta di eventi culturali che si susseguono di volta in volta, ma la ricerca continua di scorci meravigliosi che narrano di musica, letteratura, cultura in genere, così come è descritto nella pagina “Progetto Art Magazine”. Perché, cosa che emerge fin dalla “homepage”, la cultura, la storia, il teatro, l’umanità sono l’elemento costitutivo di questo blog. Scrivere di Napoli non è semplice. Eppure il blog nasconde quasi un segreto: l’invitante voglia di raccogliere in un progetto alquanto unico nel suo genere, la passione, l’ansia, la fantasia, la creatività e l’umanità di una città, insieme al peso di secoli di grandezza e sofferenza sulle spalle. Insomma rivive, in questo blog, una Napoli che si lascia ammirare in tutta la sua bellezza e permette, al visitatore, di informarsi e assaporare le tante possibilità che, attraverso inestricabili intrecci, valorizza le peculiarità, la storia e il folklore di una terra tra le più vive e ricche al mondo.
L’“homepage”, ben curata nel suo aspetto grafico, offre una ricca panoramica delle diverse offerte culturali. Lo schema è semplice e molto intuitivo. Scorrendo la pagina, le diverse iniziative sono catalogate dentro dei contenitori che raccolgono i diversi eventi e/o proposte. Ciascuno di questi contenitori (“Musei”; “Libri”; “Mostre”; “Teatro”; “Musica”; “Cultura”; “Tour”; “Le Capere”) riconoscibile dal titolo e da un colore, divide, in maniera efficace, le informazioni e le attività presentando, in modo attraente, la variopinta realtà dell’offerta culturale.
Ciascuno dei contenitori svolge il ruolo ben preciso: far nascere il gusto e la curiosità di conoscere, attraverso percorsi facilitati e molti intuitivi, le innumerevoli rappresentazioni di una Napoli dei monumenti, dei vicoli (anch’essi monumenti), dei resti archeologici, dei sapori, delle sfumature del linguaggio, dell’espressività musicale, teatrale e artistica. Perché dalle pagine di questo blog, il visitatore si troverà a vivere la brulicante vita quotidiana e artistica di una città sempre in continuo fermento. Inoltre, il blog, così come è strutturato, viene a rappresentare anche un richiamo turistico di grande attrazione, coinvolgendo il visitatore in un percorso che è facile definire la sintesi dell’universalismo culturale partenopeo. Ad accompagnare in turista - fruitore del blog, in un percorso di ricerca e costruzione del proprio itinerario culturale napoletano e dello spirito artistico campano in generale, è la pagina “Guide turistiche a Napoli”, che elenca le diverse associazioni del territorio, pronte a svelare i segreti più nascosti, attraverso dei tour archeologici, artistici, enogastronomici, naturalistici, teatralizzati, folkloristici.
Una domanda, credo, fa da fil rouge a tutto il blog: come far conoscere il patrimonio culturale e artistico partenopeo? La risposta, ancora una volta, è da trovare in una intuizione di Eduardo De Filippo: «La vita che continua è la tradizione. Se un giovane sa adoperare la tradizione nel modo giusto, essa può dargli le ali. [...] Naturalmente, se si resta ancorati al passato, la vita che continua diventa vita che si ferma - e cioè morte - ma, se ci serviamo della tradizione come d'un trampolino, è ovvio che salteremo assai più in alto che se partissimo da terra!» In questo blog rivive quella tradizione napoletana che, così come è descritto dagli autori stessi, parla «dell’arte così come si articola in maniera peculiare ed unica in questo nostro lembo di terra di plurimillenaria ininterrotta civiltà».
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