« La Beat Generation è un gruppo di bambini
all'angolo della strada che parlano della fine del mondo »
Jack Kerouac
Beat
è ribellione. Beat è ritmo e
passione. Beat è la scoperta di se
stessi, della vita sulla strada, della droga, del sesso liberato, dei valori
umani e della coscienza collettiva. Beat
è Inghilterra e Stati Uniti prima, Italia poi. Beat sono gli anni Sessanta e il ’68. Beat è poesia e letteratura,
ma anche cinema e musica. Ed è alla musica beat,
a quella generalmente suonata con le chitarre elettriche e fatta di melodie
orecchiabili e ritmi cadenzati e veloci, che è dedicata la risorsa online qui analizzata
e, appunto, intitolata 60’s Italian Beat,
http://italianbeat.altervista.org/artists/menu/12345.html.
Il sito in questione
denota una struttura e un’interfaccia molto semplici ed è, perciò, facilmente
accessibile a qualsiasi tipologia di utente, che intenda imbattersi
nell’universo variegato della musica beat, in questo caso, specificamente
italiana. Organizzato secondo l’ordine alfabetico dei nomi degli artisti più
rappresentativi del genere, il sito sembra presentarsi, già dalla sua home page, alla stregua di un dizionario
virtuale in cui a ciascuna lettera corrisponde una pagina precisa.
In ognuna di queste, dunque, è possibile rinvenire l’elenco degli interpreti beat, sia che si tratti d’italiani all’estero e di stranieri in Italia, sia di gruppi esteri formatisi in Italia oppure di gruppi misti. Inoltre, a rendere complete le liste di ciascuna pagina, spesso legati ai nomi degli artisti vi sono, al di là della loro provenienza che è sempre indicata, link di rimando ad altra fonte- Youtube o Wikipedia-, attraverso i quali si ha modo di ascoltare un brano o più brani del singolo cantante e conoscerne la storia.
In ognuna di queste, dunque, è possibile rinvenire l’elenco degli interpreti beat, sia che si tratti d’italiani all’estero e di stranieri in Italia, sia di gruppi esteri formatisi in Italia oppure di gruppi misti. Inoltre, a rendere complete le liste di ciascuna pagina, spesso legati ai nomi degli artisti vi sono, al di là della loro provenienza che è sempre indicata, link di rimando ad altra fonte- Youtube o Wikipedia-, attraverso i quali si ha modo di ascoltare un brano o più brani del singolo cantante e conoscerne la storia.
Il numero degli
interpreti considerati è davvero notevole e, difatti, dopo una rapida ricerca,
si riscontra la presenza dei principali complessi fioriti nell’Italia della
seconda metà degli anni Sessanta: i Camaleonti, I Corvi, I Delfini, i Dik Dik,
l'Equipe 84, I Giganti, Le Orme, i Nomadi, i Pooh, i Quelli, i Bad Boys, i
Renegades, i Rockets e tanti altri. Infine, nella parte bassa di ogni pagina
sono sempre incorporati due video appartenenti a due degli artisti che si
trovano in lista, oltreché la ripetizione dell’ordine alfabetico delle pagine,
diverse copertine di album e i dati di aggiornamento di tale risorsa.
A questa panoramica
generale, ma allo stesso tempo dettagliata, si può affiancare un’altra risorsa
affinché possa essere offerta un’analisi maggiormente esaustiva del mondo
musicale beat.
A differenza della prima, però, questa volta a essere considerati non sono gli anni ’60 nella loro totalità, bensì un momento specifico e preciso: il 1968. Accanto, infatti, al rumore storico-sociale che tale anno generò ovunque in quei tempi, vi sono il suono e le melodie beat, che ancora in quel periodo continuavano a invadere la scena musicale nostrana, e che sono state in piccola parte raccolte nella risorsa di nostro interesse. Trattasi di un canale della piattaforma Youtube, intitolato ItalianBeat 1968, https://www.youtube.com/user/italianbeat68.
A differenza della prima, però, questa volta a essere considerati non sono gli anni ’60 nella loro totalità, bensì un momento specifico e preciso: il 1968. Accanto, infatti, al rumore storico-sociale che tale anno generò ovunque in quei tempi, vi sono il suono e le melodie beat, che ancora in quel periodo continuavano a invadere la scena musicale nostrana, e che sono state in piccola parte raccolte nella risorsa di nostro interesse. Trattasi di un canale della piattaforma Youtube, intitolato ItalianBeat 1968, https://www.youtube.com/user/italianbeat68.
Dall’home page, anch’essa di facile utilizzo
e abbastanza user friendly, si può procedere
all’ascolto dei brani selezionati dal gestore del canale. Sono in totale 46
canzoni, tutte edite nel 1968 e tutte italiane: Ho difeso il mio amore dei Bit-Nik, T’ho vista piangere degli Arcani, La Ballata di Bonnie and Clyde delle Anime, e diverse altre.
Mediante, poi, gli altri label della pagina si possono esplorare altre aree
della stessa: “Canali”, ad esempio, indica, appunto, gli altri canali in
riferimento a ogni singolo anno dei ’60, quasi fossero ciascuno un tomo di un’enciclopedia
musicale.
Quanto, invece, alla
sezione “Informazioni”, essa permette di conoscere non soltanto il numero degli
iscritti al canale, delle visualizzazioni (circa 9.418), e la data
d’iscrizione, ma anche contiene collegamenti ipertestuali che, partendo dal
nome degli artisti, riportano alla loro relativa voce in Wikipedia.
Insomma, ItalianBeat 1968 è un canale che può essere
utilizzato tanto autonomamente quanto come appendice al primo sito, rispetto al
quale, essendo questo organizzato soltanto secondo l’ordine alfabetico dei nomi
degli artisti, risulta essere anche più preciso dal punto di vista temporale. Se, infatti, con 60’s Italian Beat si
può conoscere la totalità dei musicisti beat e la loro provenienza, con il
canale Youtube si ha modo di collocare precisamente i loro successi nel tempo
e, quindi, capire se un brano sia del 1961, del 1968, ovvero del 1969. Allora è
chiaro che, se messe insieme, le due risorse non soltanto raggiungono gli
obiettivi comunicativi eventualmente preposti, ma anche soddisfano le
esigenze informative degli utenti, che si può immaginare siano tendenzialmente
degli appassionati di musica e dei cultori del genere. L’unica pecca a riguardo è che per tutti e due
i siti è stato complicato risalire all’identità dei rispettivi fondatori,
dettaglio che impedisce di comprendere se, soprattutto nel caso di 60’s Italian Beat, il sito appartenga a
un ente, a un’azienda musicale oppure sia semplicemente una creazione di chi è
interessato alla musica beat. Per ItalianBeat
1968, invece, le uniche informazioni che si hanno concernono non il gestore
del canale, bensì lo scopo di quest’ultimo: “The italian garage beat sound: a videotripping around rare beat bands
and artists from sixties scene in Italy”.
Il fenomeno beat, o
meglio, la Beat Generation, con tutte le sue implicazioni non solo musicali, ma
anche letterarie, poetiche e filmiche, è stato un movimento giovanile che ha
segnato un’epoca e che ha lasciato un suo segno nella storia del Novecento,
soprattutto se si pensa che della Beat Generation sono stati espressione anche
i movimenti culturali del maggio
1968:
l'opposizione alla guerra del Vietnam,
gli Hippy di Berkeley e Woodstock.
Di conseguenza, imbattersi in questi due siti, per quanto limitati alla sfera
musicale, può soltanto essere un punto di partenza per approfondire un momento
della nostra storia che tanto ha fatto parlare e ancora continua a farlo.
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