Da sempre considerata una delle “capitali” del banditismo
sardo, Orgosolo, piccolo centro montano della Barbagia, ha da qualche tempo
legato la propria fama quello di “paese dei murales”. Sono
circa trecento le opere che affollano gli stretti vicoli di questo piccolo
paese del centro Sardegna, diventato, da qualche decennio a questa parte, meta
di turismo nazionale ed internazionale. Il primo murale è datato 1969 e fu
realizzato da un gruppo anarchico milanese, detto “Dioniso”. Tuttavia, l’incremento
maggiore ci fu a partire dal 1975, quando un insegnate di Siena, Francesco del
Casini, coinvolse i suoi alunni nella realizzazione di tutta una serie di
murales.
Niente come questa forma artistica riesce ad esprimere
l’anima e l'idenità di questo piccolo paese di montagna di poco più di 4000 anime. I
murales raffigurano infatti eventi di ogni sorta: si va dalle scene di fatiche del
quotidiano, alle rappresetazioni di personalità artistiche quali De Andrè o
politiche come Gramsci; a quelli dedicati alle battaglie per i diritti delle
donne oppure quelli in cui vengono narrate le lotte degli orgolesi contro lo
Stato italiano. A tal proposito una
delle opere più note è quella che celebra la “rivolta di Pratobello”: nel 1969
gli abitanti di Orgosolo si opposero con la forza alla volontà dello stato
italiano di creare un poligono di tiro in un area solitamente destinata al
pascolo libero. Dopo 10 giorni di lotta non violenta gli orgolesi raggiunsero
il loro obbiettivo ottenendo la ritirata dell’esercito italiano.
Tuttavia, non vi sono solo riferimenti alla realtà locale ma
sono presenti alcuni murales dal tema internazionale, come quelli dedicati alla
guerra in Jugoslavia o contro l'imperialismo americano. Ambito locale e
internazionali, dunque, sembrano convivere e rimangono legate dal filo rosso
dell’antimilitarismo e del pacifismo.
Nel paese diventato celebre
grazie al film di Vittorio De Seta, Banditi ad Orgosolo (1975), dunque, ora i
murales sono diventata l’attrattiva principale del paese nonché la memoria
storica e imponente luogo di riflessione e militanza. A testimonianza di ciò si possono trovare in rete numerosi siti o articoli dedicati alle peculiarità artistiche di questo piccolo centro incastonato nelle inacessibili montagne del centro Sardegna. Ecco alcuni esempi:
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