Tra le contestazioni studentesche che
si sono sollevate in tutto il mondo durante il 1968, quella che ha preso piede
in Francia toccando l’apice nei mesi di maggio e giugno (da qui l’espressione
Maggio francese), è senza dubbio la più significativa per il livello di
mobilitazione e di partecipazione, di elaborazione politica e di espressione
estetica raggiunto.
La mobilitazione
studentesca, risultato dell'insofferenza dei giovani universitari, di fronte a un sistema economico e sociale oppressivo e a schemi culturali ormai “decrepiti”, si riversa, nel giro di due anni, dalla periferia a Parigi.
È nel Quartiere Latino, dove si trova
l’università della Sorbona, che i giovani cominciano delle vere e proprie battaglie contro la
polizia: sorgono barricate e vengono incendiate macchine.
Quando la violenza è ormai incontrollabile, così come il numero di giovani che
si mobilita, il Paese viene paralizzato da uno sciopero generale: studenti e lavoratori iniziano
a marciare insieme e la protesta da agitazione
si trasforma in vera e propria crisi sociale.
L’esplosione della contestazione francese, spesso confusa e complessa, certamente violenta, ma ancor più spesso addirittura anche
ludica e festosa, fa del Maggio ‘68 un momento di illusione rivoluzionaria, di
fede ardente e utopistica che si accende nella speranza di una possibilità di radicale
trasformazione della vita e del mondo.
Un riflesso di
questo clima è stata la proliferazione di manifesti, graffiti e slogan
fantasiosi: «Sous les pavés, la plage»
(Sotto i sampietrini c'è la spiaggia), «Il
est interdit d'interdire» (Vietato vietare), «Jouissez sans entraves» (Godetevela senza freni), «Cours camarade, le vieux monde est derrière
toi» (Corri compagno, il vecchio mondo ti sta dietro), «La vie est ailleurs» (La vita è altrove)
e molti altri.
Le tante e
diverse creazioni delle migliaia di manifestanti del Maggio francese, sono
state anche loro, insieme agli studenti e agli operai, le protagoniste di
questo grande momento di mobilitazione, richiamando l’attenzione su di esse
anche negli anni a venire.
Se gli avvenimenti che hanno interessato Parigi in quel
momento storico vi incuriosiscono perché non ne avete sentito parlare poi così
tanto, se volete approfondirli perché già conoscete i fatti, o se, più
semplicemente, gli accadimenti di quella estate vi hanno “affascinato”, suscitando
in voi una certa empatia con i giovani francesi, e i manifesti del tempo hanno
catturato la vostra attenzione, allora questo blog vi risulterà utile e
interessante, perché interamente dedicato alla produzione e all’uso di
questi durante la mobilitazione.
L’utente, durante la propria navigazione, approfondirà anche il problema importante, e forse
non considerato, dell’appropriazione indebita che di queste creazioni è stata
fatta a partire dagli anni successivi fino ai nostri giorni.
Digitando l’espressione “slogan mai ‘68” su Google o
qualsiasi altro sia il vostro motore di ricerca, e scorrendo i diversi
risultati, è possibile rintracciare la pagina di cui stiamo parlando al link https://mai1968tpe.wordpress.com/.
I contenuti presentati sono in francese, ma la lingua non deve rappresentare uno scoglio insormontabile o un motivo valido per abbandonare la
navigazione, perché anche chi non l'ha mai studiata, può
facilmente comprendere il significato di ciò che legge. Di certo il francese è di per sé un idioma facile, ma è
proprio questo a creare un’“atmosfera” particolare, un’atmosfera che non si avrebbe se un argomento come questo venisse affrontato in inglese o in qualsiasi
altra lingua.
“Les mur ont la parole – Les
affiches et les slogans de Mai 68” (I muri hanno la parola – I manifesti
e gli slogan del maggio ‘68) è il titolo che campeggia nella Accueil (Home) di questo blog dedicato
agli slogan francesi e al potere che in quel momento assume la parola.
Il percorso stabilito dai creatori della pagina, tre ragazzi del liceo George
Sand di Domont, situato nella periferia a nord di Parigi, prima di
focalizzarsi sul tema centrale, torna sugli avvenimenti di quella estate, per
chiarire al pubblico di lettori quali sono state le origini dei movimenti di
contestazione giovanile e cosa ha portato alla creazione, in quel momento, di
numerosi manifesti e slogan.
Per fare ciò, viene utilizzato un documento audiovisivo di sei minuti e
trenta reperito da INA.fr, il portale dell’Istituto Nazionale Audiovisivo
francese. Sotto al video è possibile lasciare un commento o, per chi vuole,
effettuare una ricerca nello stesso sito attraverso la rispettiva barra e il
tasto Recherche.
Muoversi all’interno di questo blog è molto facile e veloce grazie alla
struttura che i tre creatori hanno deciso di dargli. Infatti al di sopra del
titolo, che è posto al centro, su un’immagine d’archivio che raffigura uno dei
tanti scontri tra giovani e polizia, è possibile leggere in modo chiaro le
diverse voci del menu principale.
Troviamo Accueil (già visto), Introduction, Les affiches pendant Mai ’68, Les
détournements des affiches et des slogans après Mai ’68, e Conclusion.
Nella parte cosiddetta “introduttiva”, i blogger fanno una breve
presentazione schematica dei fatti che hanno portato allo scoppio della grande
mobilitazione estiva e spiegano come nascono i primi manifesti, traduzione in
immagini del pensiero dei movimenti studenteschi, e in che modo e perché alcune
aziende o partiti politici riescono a “deviarne” la diffusione.
L’approfondimento prosegue nella pagina successiva (Les affiches pendant Mai ’68 - I manifesti durante il Maggio
68) dove viene chiarito chi sono i protagonisti della lotta (che spesso
corrispondono ai creatori stessi degli slogan) e perché si mobilitano.
Spiegati questi punti, viene affrontato il motivo della produzione di
manifesti attraverso l’analisi delle caratteristiche di alcuni di questi.
Leggiamo che gli attori in scena nel Maggio del 68 sono stati gli studenti
(e questo lo sapevamo), ma non solo, che la produzione dei manifesti è iniziata
il 14 di quello stesso mese, giorno in cui viene occupata l’École Supérieure des Beaux
Arts di Parigi e che il primo ad essere prodotto è stato: “Le fabbriche, le università, l’Unione”,
riportato qui di seguito.
« Usines,Universités,
Union »
|
A partire da questo poster dall’aspetto
semplicistico, ma che diventa subito un emblema per gli studenti, inizia la
lunga produzione di manifesti francesi, unico modo per i giovani di “farsi
sentire” davanti a una radio e una televisione pubblica sottoposte al controllo
permanente del governo.
Per comprendere meglio il significato
di questi manifesti, si procede poi ad un’analisi dettagliata di tre poster considerati
i più conosciuti e i più importanti in quel periodo.
Ne vengono specificate la tipologia, il
titolo, la data, gli autori, il supporto richiesto e i destinatari e viene
fatto un breve riferimento alle tecniche utilizzate dalla Scuola di Belle Arti:
litografia e serigrafia.
« La hausse des
prix oppresse votre pouvoir d’achat, E.Leclerc défend votre pouvoir
d’achat »
Tipo: cartellone
Dati: Febbraio
2005
Autore:
E.Leclerc
Supporto: Carta
|
In questo modo, il vero significato e messaggio dello slogan
nato nell’Atelier Populaire (altro nome con cui si indica l'École Supérieure des Beaux Arts)
si scontra con quello dato da Leclerc nel suo personale riadattamento per
incoraggiare il consumo.
Il fine è quello di mostrarsi come il
salvatore del potere d’acquisto attraverso questa campagna pubblicitaria con la
scritta “L’aumento dei prezzi opprime il vostro potere d'acquisto, E. Leclerc
difende il vostro potere d’acquisto.”
Nell’immagine, un CRS rappresenta l’oppressore,
che è l’aumento dei prezzi, con in mano lo scudo a forma di codice a barre a mano
che simboleggia il potere d’acquisto.
L’ultima voce del menu principale
racchiude le conclusioni.
I manifesti e gli slogan del maggio 68
sono stati la “parola” sia dei giovani che dei lavoratori, che, nonostante la
censura, si sono espressi attraverso l’arte, contribuendo ampiamente a raggiungere
grandi cambiamenti in vari ambiti come l’istruzione, le condizioni delle donne
e la critica del capitalismo e tutt’oggi il “fascino” di questi manifesti
richiama l’attenzione degli studiosi.
I muri di Parigi hanno parlato in presa
diretta, in contemporanea con gli eventi attraverso una conversazione
immediatamente spendibile, in grado di coniugare politica e arte,
esistenzialismo e rivolta.
Arriviamo ora anche noi alla fine del
nostro discorso dando una veloce occhiata al sottomenu del blog (ricordiamo che
menu principale e sottomenu rimangono sempre visibili nella parte alta della
pagina qualsiasi sia la parte che stiamo visitando).
Nella sezione Les Affiches, si trovano ovviamente le immagini dei tanti e diversi manifesti
sui quali è possibile cliccare per vederli ingranditi. A seguire
abbiamo Les Slogans che presenta un
elenco abbastanza lungo dei motti nati in quel periodo.
Nella Galerie, invece, sono presentate alcune immagini tra cui quella del leader
del movimento studentesco 22 Marzo, Daniel Cohn-Bendit, e quella del presidente
della V Repubblica Charles de Gaulle.
La sezione Mai en chansons, elenca invece alcune canzoni che portano nel
titolo l’espressione "Maggio ’68" e che è possibile ascoltare su YouTube grazie
alla presenza dei rispettivi link.
Videografia e bibliografia relative alle
fonti utilizzate per la realizzazione dei contenuti, sono specificate
in Source,
mentre la sezione Nous Contacter permette al visitatore
di contattare i realizzatori del blog o lasciare un commento attraverso la
compilazione di un apposito form.
La condivisione dei contenuti di
ciascuna pagina del blog, può avvenire facilmente in pochi in secondi grazie ad un
semplice clic sui tasti corrispondenti ai social Twitter, Facebook e Google+ e
così l’utente può mostrare a tutti i suoi contatti ciò che più l’ha colpito
durante la navigazione e ha solo l’imbarazzo della scelta.
E allora, che cosa state aspettando?
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