domenica 28 febbraio 2016

Il Maggio francese mobilita il potere della parola: i manifesti e gli slogan del '68



Tra le contestazioni studentesche che si sono sollevate in tutto il mondo durante il 1968, quella che ha preso piede in Francia toccando l’apice nei mesi di maggio e giugno (da qui l’espressione Maggio francese), è senza dubbio la più significativa per il livello di mobilitazione e di partecipazione, di elaborazione politica e di espressione estetica raggiunto.
La mobilitazione studentesca, risultato dell'insofferenza dei giovani universitari, di fronte a un sistema economico e sociale oppressivo e a schemi culturali ormai “decrepiti”, si riversa, nel giro di due anni, dalla periferia a Parigi. 
È nel Quartiere Latino, dove si trova l’università della Sorbona, che i giovani cominciano delle vere e proprie battaglie contro la polizia: sorgono barricate e vengono incendiate macchine. 
Quando la violenza è ormai incontrollabile, così come il numero di giovani che si mobilita, il Paese viene paralizzato da uno sciopero generale: studenti e lavoratori iniziano a marciare insieme e la protesta da agitazione si trasforma in vera e propria crisi sociale.

L’esplosione della contestazione francese, spesso confusa e complessa, certamente violenta, ma ancor più spesso addirittura anche ludica e festosa, fa del Maggio ‘68 un momento di illusione rivoluzionaria, di fede ardente e utopistica che si accende nella speranza di una possibilità di radicale trasformazione della vita e del mondo.
Un riflesso di questo clima è stata la proliferazione di manifesti, graffiti e slogan fantasiosi: «Sous les pavés, la plage» (Sotto i sampietrini c'è la spiaggia), «Il est interdit d'interdire» (Vietato vietare), «Jouissez sans entraves» (Godetevela senza freni), «Cours camarade, le vieux monde est derrière toi» (Corri compagno, il vecchio mondo ti sta dietro), «La vie est ailleurs» (La vita è altrove) e molti altri.
Le tante e diverse creazioni delle migliaia di manifestanti del Maggio francese, sono state anche loro, insieme agli studenti e agli operai, le protagoniste di questo grande momento di mobilitazione, richiamando l’attenzione su di esse anche negli anni a venire.

Se gli avvenimenti che hanno interessato Parigi in quel momento storico vi incuriosiscono perché non ne avete sentito parlare poi così tanto, se volete approfondirli perché già conoscete i fatti, o se, più semplicemente, gli accadimenti di quella estate vi hanno “affascinato”, suscitando in voi una certa empatia con i giovani francesi, e i manifesti del tempo hanno catturato la vostra attenzione, allora questo blog vi risulterà utile e interessante, perché interamente dedicato alla produzione e all’uso di questi durante la mobilitazione.
L’utente, durante la propria navigazione, approfondirà anche il problema importante, e forse non considerato, dell’appropriazione indebita che di queste creazioni è stata fatta a partire dagli anni successivi fino ai nostri giorni.

Digitando l’espressione “slogan mai ‘68” su Google o qualsiasi altro sia il vostro motore di ricerca, e scorrendo i diversi risultati, è possibile rintracciare la pagina di cui stiamo parlando al link https://mai1968tpe.wordpress.com/.
I contenuti presentati sono in francese, ma la lingua non deve rappresentare uno scoglio insormontabile o un motivo valido per abbandonare la navigazione, perché anche chi non l'ha mai studiata, può facilmente comprendere il significato di ciò che legge. Di certo il francese è di per sé un idioma facile, ma è proprio questo a creare un’“atmosfera” particolare, un’atmosfera che non si avrebbe se un argomento come questo venisse affrontato in inglese o in qualsiasi altra lingua.

“Les mur ont la parole – Les affiches et les slogans de Mai 68” (I muri hanno la parola – I manifesti e gli slogan del maggio ‘68) è il titolo che campeggia nella Accueil (Home) di questo blog dedicato agli slogan francesi e al potere che in quel momento assume la parola.


Il percorso stabilito dai creatori della pagina, tre ragazzi del liceo George Sand di Domont, situato nella periferia a nord di Parigi, prima di focalizzarsi sul tema centrale, torna sugli avvenimenti di quella estate, per chiarire al pubblico di lettori quali sono state le origini dei movimenti di contestazione giovanile e cosa ha portato alla creazione, in quel momento, di numerosi manifesti e slogan.
Per fare ciò, viene utilizzato un documento audiovisivo di sei minuti e trenta reperito da INA.fr, il portale dell’Istituto Nazionale Audiovisivo francese. Sotto al video è possibile lasciare un commento o, per chi vuole, effettuare una ricerca nello stesso sito attraverso la rispettiva barra e il tasto Recherche.
Muoversi all’interno di questo blog è molto facile e veloce grazie alla struttura che i tre creatori hanno deciso di dargli. Infatti al di sopra del titolo, che è posto al centro, su un’immagine d’archivio che raffigura uno dei tanti scontri tra giovani e polizia, è possibile leggere in modo chiaro le diverse voci del menu principale.


Troviamo Accueil (già visto), Introduction, Les affiches pendant Mai ’68, Les détournements des affiches et des slogans après Mai ’68, e Conclusion.

Nella parte cosiddetta “introduttiva”, i blogger fanno una breve presentazione schematica dei fatti che hanno portato allo scoppio della grande mobilitazione estiva e spiegano come nascono i primi manifesti, traduzione in immagini del pensiero dei movimenti studenteschi, e in che modo e perché alcune aziende o partiti politici riescono a “deviarne” la diffusione.
L’approfondimento prosegue nella pagina successiva (Les affiches pendant Mai ’68 - I manifesti durante il Maggio 68) dove viene chiarito chi sono i protagonisti della lotta (che spesso corrispondono ai creatori stessi degli slogan) e perché si mobilitano. 
Spiegati questi punti, viene affrontato il motivo della produzione di manifesti attraverso l’analisi delle caratteristiche di alcuni di questi.
Leggiamo che gli attori in scena nel Maggio del 68 sono stati gli studenti (e questo lo sapevamo), ma non solo, che la produzione dei manifesti è iniziata il 14 di quello stesso mese, giorno in cui viene occupata l’École Supérieure des Beaux Arts di Parigi e che il primo ad essere prodotto è stato: “Le fabbriche, le università, l’Unione”, riportato qui di seguito.

« Usines,Universités, Union »

A partire da questo poster dall’aspetto semplicistico, ma che diventa subito un emblema per gli studenti, inizia la lunga produzione di manifesti francesi, unico modo per i giovani di “farsi sentire” davanti a una radio e una televisione pubblica sottoposte al controllo permanente del governo.
Per comprendere meglio il significato di questi manifesti, si procede poi ad un’analisi dettagliata di tre poster considerati i più conosciuti e i più importanti in quel periodo.
Ne vengono specificate la tipologia, il titolo, la data, gli autori, il supporto richiesto e i destinatari e viene fatto un breve riferimento alle tecniche utilizzate dalla Scuola di Belle Arti: litografia e serigrafia.


« Sois jeune et tais-toi »
Tipo: Poster
Dimensioni: 64,5 x 82.5cm
Data: maggio 1968
Autore: École des Beaux Arts di Parigi
Supporto: Parete (Street)
"Sii giovani e stai zitto" è uno dei più famosi manifesti di quel periodo.
La sagoma nera sullo sfondo è il ritratto caricaturale di Charles De Gaulle, rappresentato indirettamente nell’ombra con un tappo, un lungo naso e le orecchie grandi (spesso raffigurato in questo modo). Qui, De Gaulle mette una mano sulla bocca di un giovane uomo che molto probabilmente ha meno di 21 anni: questa mossa si traduce nella negazione del diritto di parola dei giovani.



« Nous sommes tous indésirables »
Tipo: manifesto
Data: maggio 1968
Autore: École des Beaux Arts di Parigi
A: I manifestanti (giovani lavoratori e francesi)
Questo poster riprende una foto scattata durante i movimenti di protesta dei giovani all'università. Vediamo Daniel Cohn-Bendit, anarchico rivoluzionario e capo degli “arrabbiati”, che guarda un poliziotto in modo provocatorio.
La foto e il manifesto fanno il giro del mondo in pochi giorni rendendo il giovane un modello per i manifestanti.



« Retour à la normale »
Tipo: manifesto
Titolo: "Back to normal"
Data: Maggio 1968 (fine della rivoluzione)
Autori: École des Beaux Art di Parigi
A: popolazione francese
Questo poster simboleggia la fine della rivoluzione di maggio 68 con lo slogan “Ritorno alla normalità". Le pecore rappresentano la popolazione francese, e soprattutto i giovani e i lavoratori, che mostrano una certa delusione per il fallimento della loro “rivoluzione”.

Chiude la sezione, un video che chiarisce i metodi di produzione dei manifesti.
Prima delle conclusioni i creatori del blog hanno voluto dedicare una parte del lavoro al problema dell’appropriazione indebita (Les détournements des affiches et des slogans après Mai ’68 - L'appropriazione indebita dei manifesti e degli slogan dopo il Maggio '68) che è stata fatta dei manifesti da parte di grandi aziende come E. Leclerc (catena di supermercati), SNCF (Société Nationale des Chemins francese in ferro), Volkswagen e Citroen e Sega (produttore di console di videogiochi).
Alcuni sono stati anche “dirottati” verso movimenti politici che li utilizzano per diffondere le loro idee conservatrici opposte a quelle progressiste di quel periodo come ha fatto "La Manif pour tous” per opporsi ai manifestanti del “matrimonio per tutti” o contro Nicolas Sarkozy.
Viene visto nel dettaglio il caso di E. Leclerc, il gigante di vendita al dettaglio, che nel 2005 riciclerà alcuni manifesti per utilizzarli nella sua campagna di crescita dei profitti. 


« La hausse des prix oppresse votre pouvoir d’achat, E.Leclerc défend votre pouvoir d’achat »

Tipo: cartellone
Dati: Febbraio 2005
Autore: E.Leclerc
Supporto: Carta

In questo modo, il vero significato e messaggio dello slogan nato nell’Atelier Populaire (altro nome con cui si indica l'École Supérieure des Beaux Arts) si scontra con quello dato da Leclerc nel suo personale riadattamento per incoraggiare il consumo.
Il fine è quello di mostrarsi come il salvatore del potere d’acquisto attraverso questa campagna pubblicitaria con la scritta “L’aumento dei prezzi opprime il vostro potere d'acquisto, E. Leclerc difende il vostro potere d’acquisto.”
Nell’immagine, un CRS rappresenta l’oppressore, che è l’aumento dei prezzi, con in mano lo scudo a forma di codice a barre a mano che simboleggia il potere d’acquisto.

L’ultima voce del menu principale racchiude le conclusioni.
I manifesti e gli slogan del maggio 68 sono stati la “parola” sia dei giovani che dei lavoratori, che, nonostante la censura, si sono espressi attraverso l’arte, contribuendo ampiamente a raggiungere grandi cambiamenti in vari ambiti come l’istruzione, le condizioni delle donne e la critica del capitalismo e tutt’oggi il “fascino” di questi manifesti richiama l’attenzione degli studiosi.
I muri di Parigi hanno parlato in presa diretta, in contemporanea con gli eventi attraverso una conversazione immediatamente spendibile, in grado di coniugare politica e arte, esistenzialismo e rivolta.
Arriviamo ora anche noi alla fine del nostro discorso dando una veloce occhiata al sottomenu del blog (ricordiamo che menu principale e sottomenu rimangono sempre visibili nella parte alta della pagina qualsiasi sia la parte che stiamo visitando).


Nella sezione Les Affiches, si trovano ovviamente le immagini dei tanti e diversi manifesti sui quali è possibile cliccare per vederli ingranditi. A seguire abbiamo Les Slogans che presenta un elenco abbastanza lungo dei motti nati in quel periodo.
Nella Galerie, invece, sono presentate alcune immagini tra cui quella del leader del movimento studentesco 22 Marzo, Daniel Cohn-Bendit, e quella del presidente della V Repubblica Charles de Gaulle.
La sezione Mai en chansons, elenca invece alcune canzoni che portano nel titolo l’espressione "Maggio ’68" e che è possibile ascoltare su YouTube grazie alla presenza dei rispettivi link. 
Videografia e bibliografia relative alle fonti utilizzate per la realizzazione dei contenuti, sono specificate in Source, mentre la sezione Nous Contacter permette al visitatore di contattare i realizzatori del blog o lasciare un commento attraverso la compilazione di un apposito form.




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