L’Archivio di Stato della
Repubblica di San Marino ha realizzato, alcuni anni orsono il sito web “Antichi Documenti”
in collaborazione con un ente bancario molto noto sul territorio, la Banca di
San Marino, che ha sponsorizzato la realizzazione.
L’operazione si propose di
mettere on line alcuni dei documenti più importanti dello Stato, come il
Placito Feretrano, scoperto nel XVIII secolo da Annibale degli Abati Olivieri,
che costituì la risoluzione di una controversia giurisdizionale per il possesso
di alcuni terreni fra l’Abate Stefano di San Marino e il Vescovo di Rimini.
Il Placito riveste
particolare importanza per la storia della Repubblica, essendo il documento più
antico, risale infatti al 885 D.C., conservato in Archivio.
Il sito si divide in sei
sezioni: Atti Giudiziari; Carteggio; Bolle e Brevi; Istrumenti del Governo;
Censimenti; Verbali del Consiglio, tutti accessibili successivamente
all’ingresso con propri login e password ottenuti a fronte di una prima
registrazione.
Certamente interessante
per i cittadini la sezione “Censimenti”, dove sono riportati gli “stati
d’anime” detenuti dalle parrocchie a partire dal 1634 e le schede di censimento
della popolazione residente per le indagini compiute nel 1865, 1874, 1899 e
1947. Ogni documento è on line scannerizzato e chiunque può lanciare la ricerca
e risalire alle proprie origini familiari attraverso un cognome come è visibile
nella immagine allegata relativa alla scheda del 1947 per la famiglia
Rondelli.
Le immagini sono visibili in alta o bassa risoluzione, ma ne è
bloccato il salvataggio sul proprio computer. Questo è uno dei primi limiti che
si incontrano visionando questo sito, già graficamente non accattivante e di
impostazione non moderna e pressoché monocromatica.
La grafica è infatti
fredda, con l’immagine che non riempie lo schermo ma solo parte di esso. La
procedura di recupero password, testata per prova, non ha portato ad alcuna
risposta una volta completata con l’invio del messaggio di richiesta, anche a
distanza di giorni, come se il sito non fosse più presidiato.
La catalogazione delle
voci archivistiche nelle sezioni citate rispetta l’intitolazione attribuita da Carlo
Malagola nell’inventario de “L’Archivio Governativo della Repubblica di San
Marino”, come enunciato nella pagina web di apertura, ma poi la ricerca fra i
Verbali del Consiglio, ovvero gli atti parlamentari della Repubblica, ha
bisogno della definizione di tutti i parametri e non può essere fatta, ad
esempio, solo per anno. Si presuppone quindi una già avvenuta consultazione
cartacea o comunque una conoscenza approfondita dell’argomento per consultare
on line il documento ricercato.
Il catalogo dei documenti
non è stato aggiornato da tempo e se per alcune sezioni sarebbe impossibile
aggiungere documenti, come ad esempio per la voce relativa agli “stati d’anime”,
per altre, come, ad esempio “Bolle, Brevi,…” risulta permanere l’inserimento di
soli tre documenti, senza l’aggiunta nel corso degli anni di ulteriori
testimonianze.
In conclusione il sito
sembra da tempo ”fermo“ e l’idea di pubblicare on line il catalogo archivistico
della Repubblica appare bloccata nel suo divenire. A parere di chi scrive
sarebbe necessario un aggiornamento del sito, a partire dalla grafica e dalle
impostazioni di ricerca, con l’inserimento di nuovi documenti e la possibilità
per i ricercatori di accedere, sempre tramite autenticazione, a un sempre più
completo e dettagliato catalogo informatico. Andrebbe poi prevista la
possibilità di scaricare documenti previo magari il pagamento dei diritti di
archivio con carta di credito su sito sicuro, sia nella loro completezza che
per estratti di singole pagine.
In questo senso il
contributo di enti finanziari che volessero nuovamente garantire un supporto
all’operazione consentirebbe probabilmente di rilanciare una operazione
importante per la conoscenza della storia nazionale sammarinese, magari anche
con la creazione di posti di lavoro, magari temporanei, in un ambito culturale
specializzato, che possano sopperire a recenti pensionamenti e trasferimenti ad
altre funzioni di operatori. Gli “Antichi Documenti” tornerebbero così a vivere
per mano di giovani storici e archivisti, fortificando la tradizione e le
radici di una comunità statuale unica fra i microstati europei.
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