Nurnet,
fondazione nata con lo scopo di sviluppare la conoscenza e la divulgazione
della storia antica della Sardegna, si è fatta promotrice di un progetto, a cui
ha dato il nome, che per la prima volta permetterà di avere una visione
completa della distribuzione e consistenza del patrimonio archeologico sardo.
È Nurnet, la prima mappa interattiva della Sardegna prenuragica e
nuragica.
Le memorie del passato più remoto dell’Isola costituiscono un prezioso lascito che raramente è stato interessato da iniziative di divulgazione: questo progetto, volto a realizzare un archivio digitale dei monumenti e delle aree archeologiche, renderà disponibili in una veste unitaria e organica le informazioni loro relative, mediante lo strumento del geoportale.
Le memorie del passato più remoto dell’Isola costituiscono un prezioso lascito che raramente è stato interessato da iniziative di divulgazione: questo progetto, volto a realizzare un archivio digitale dei monumenti e delle aree archeologiche, renderà disponibili in una veste unitaria e organica le informazioni loro relative, mediante lo strumento del geoportale.
Realizzato
in maniera congiunta con il CRS4 (Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori
in Sardegna), che ha sviluppato il software e curato la parte informatica,
presenta una mappa in grado di georeferenziare tutti i monumenti di età
preistorica e protostorica: nuraghi,
domus de janas, dolmen, menhir, villaggi, pozzi sacri e molto
altro.
I
dati di questo imponente geoportale,
al momento attivo in versione beta e in fase di test, provengono dai sistemi cartografici di Wikimapia e
dagli archivi della Regione Sardegna: si possono consultare
migliaia di notizie,
informazioni e immagini.
Uno
degli aspetti più interessanti e coinvolgenti di questo portale è che tutti gli
utenti, una volta effettuata l’iscrizione e ottenute le credenziali dai gestori
del sito, possono diventare editori dei contenuti e inserire e modificare
le descrizioni dei siti, in un’ottica di open data, ossia di dati
liberamente accessibili a tutti, privi di brevetti o altre forme di controllo
che ne limitino la riproduzione. L’applicazione, infatti, è basata su un
sistema GIS (Geographic Information Systems) e PGIS, cioè partecipativo.
Le
procedure di
inserimento dei dati sono molto semplici e lineari; poche le regole
che indirizzano l’editore, attraverso relative istruzioni e appositi selettori,
ad inserire o modificare le descrizioni dei siti: localizzazione dei monumenti,
storia, stato conservativo, fotografie, arricchiranno questo immenso
geo-database relativo al patrimonio archeologico della Sardegna e faranno
conoscere al grande pubblico l’enorme quantità di testimonianze del passato
presenti nel quadro territoriale di riferimento.
Ma vediamo più nel dettaglio come funziona
Nurnet…
Entrando nel “geoportale”, attraverso il
sito www.nurnet.it, si accede ad una mappa dell'Isola,
interamente navigabile, disseminata di punti e icone che rappresentano, nei diversi livelli di zoom, i
monumenti che sono stati inseriti e catalogati.
Nella barra dei comandi è possibile
effettuare la ricerca dei contenuti, semplificata dalla divisione tipologica dei monumenti e dalla
categorizzazione degli strati informativi presenti nella legenda. Si possono
selezionare e aggiungere filtri per affinare
la ricerca ed evidenziare altri dettagli cliccando direttamente sul nome
dell’elemento cercato o visualizzandone le coordinate (latitudine e
longitudine). Una volta selezionato il monumento, si aprono delle
schede
descrittive, piuttosto sintetiche, e collegamenti a siti specifici,
link, foto e materiali video. L’ utente così, interessato ad approfondire e curiosare tra una moltitudine di informazioni, potrà avventurarsi alla ricerca dei monumenti archeologici in maniera semplice e immediata: tutto a portata di un click.
Il portale, tuttavia, anche se ben
studiato e organizzato, è ancora in fase di perfezionamento e richiederà del
tempo per essere affinato e migliorato. Non sempre infatti appare preciso nelle
indicazioni riportate: sono tante le correzioni da effettuare, sia per quanto
riguarda l’erronea localizzazione dei monumenti, ma anche per le imprecisioni
nei nomi e nelle caratteristiche descrittive. Inoltre, mancano ancora
all’appello tanti importanti siti. Nel 2006, in occasione della pubblicazione
del libro “Orani, archeologia e territorio”, ho realizzato il censimento e la catalogazione
di tutti i monumenti archeologici presenti nel
territorio di Orani, comune in provincia di Nuoro. Nella mappa del geoportale, in corrispondenza
di questa area territoriale, dovrebbero
comparire ben 36 nuraghi, 5 necropoli ipogeiche, 9 tombe dei giganti, 4
menhirs, 2 dolmen, 3 fonti sacre e così via. Neanche la metà dei monumenti
sopra citati è ancora presente.
Insomma, c’è ancora tanto da fare ma
con il contributo di tutti, volontari, professionisti, semplici appassionati, i contenuti
di questo portale verranno implementati, potenziati ed arricchiti.
Questo
strumento sarà fondamentale per lo studio
della storia della Sardegna ma
anche per la valorizzazione e
fruizione di siti e monumenti dal punto di vista turistico: i dati
possono essere scaricati dall’utente e utilizzati per la visualizzazione degli
stessi su sistemi mobili fruibili nel corso di escursioni. Si aprono nuove
prospettive grazie all’offerta di percorsi diversi, già confezionati
o lasciati alla libertà di scelta del visitatore che potrà costruirsi i propri
itinerari ricorrendo alle “app” per smartphone e tablet.
Nurnet è uno strumento aperto e in continua evoluzione per adeguarsi alla forte dinamicità che distingue lo scenario dei beni archeologici della regione e sarebbe auspicabile e non da escludersi, che in futuro potranno svilupparsi nuove attività di valorizzazione anche con l’estensione del censimento alle realtà archeologiche relative alle epoche successive.
Nurnet è uno strumento aperto e in continua evoluzione per adeguarsi alla forte dinamicità che distingue lo scenario dei beni archeologici della regione e sarebbe auspicabile e non da escludersi, che in futuro potranno svilupparsi nuove attività di valorizzazione anche con l’estensione del censimento alle realtà archeologiche relative alle epoche successive.
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