Il portale Storia Marche 900 si rinnova. Un progetto ambizione quello cui sta lavorando da mesi l’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche: creare uno spazio web in cui ricostruire, attraverso le fonti, i luoghi e le persone, la storia marchigiana negli anni del fascismo, della guerra e dell’occupazione nazifascista. A questo scopo sono nate le due nuove sezioni Biografie e Luoghi di memoria che, in modo parallelo ma interconnesso, permettono al lettore di calarsi in un mosaico di voci ed avvenimenti.
Si ripercorre la storia di città, paesi, villaggi e campagne, ma anche di persone e di popolazioni investite dalla guerra, dalla deportazione, dalla violenza, dalla resistenza civile e dal partigianato attivo. Ad emergere sono storie di dolore, sofferenza e distruzione, ma anche storie di coraggio e determinazione, attraverso le quali le Marche e l'Italia intera sono riuscite a ritrovare la libertà e la pace, dopo venti anni di dittatura fascista e cinque di guerra.
Le Biografie, attraverso una grafica minimalista, vengono proposte seguendo una semplice divisione alfabetica. Storie esemplari nella loro ordinarietà. Vite di uomini e donne comuni che, trovatisi a fare i conti con la Grande Storia, ne sono rimasti in qualche modo cambiati. Come Ferruccio Ascoli che, sebbene avesse aderito al fascismo sin dalla prima ora e ne fosse diventato uno dei maggiori sostenitori anche grazie all'incarico di direttore del Corriere Adriatico, il principale quotidiano delle Marche, dopo le leggi razziali fu arrestato e deportato ad Auschiwitz, da cui non fece più ritorno. O Walchiria Terradura, partigiana nel pesarese che, non ancora ventenne, venne nominata dai suoi stessi compagni, per il coraggio e la determinazione, comandante del Gruppo Settebello, ottenendo nel dopoguerra la Medaglia d’argento al Valor Militare.
A farla da padrone in Luoghi di memoria è invece la mappa interattiva della regione. Bottoni neri per le comunità segnate da episodi di violenza e da tragici eccidi ai danni della popolazione e dei partigiani. Bottoni blu per i campi d'internamento per prigionieri di guerra, per oppositori del regime e per ebrei: luoghi di prigionia e sottrazione della dignità umana. E tanti bottoni rossi per le città, i paesi e le montagne che hanno vissuto la guerra, la distruzione, la miseria, i bombardamenti, l’occupazione e il passaggio del fronte. Ma che si sono anche trasformati in rifugio per molti partigiani.
È un progetto in fieri, arricchito costantemente di
nuove fonti bibliografiche e documentarie, di immagini e di testimonianze, in linea con il rigore metodologico e le finalità storiografiche dell’Istituto. Le pagine sono ricche di rimandi interni e di link esterni che consentono al lettore di muoversi in una trama di georeferenza costante e di costruirsi una mappa di luoghi, eventi, persone e gruppi relativi alla zona di interesse.
Una scheda della sezione Luoghi di memoria |
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