Il 23 agosto 1944 la valle del Padule di Fucecchio, un'area parzialmente palustre ai confini tra le province di Firenze e Pistoia, fu teatro di uno dei più gravi crimini di guerra commessi durante l'occupazione nazista della Toscana: le truppe tedesche trucidarono 175 civili, rastrellati in modo indiscriminato tra i piccoli centri della zona. Con modalità simili a altri episodi analoghi, ad esempio quello più celebre e discusso di Sant'Anna di Stazzema, il ricordo di questa strage ha faticato, negli anni, a uscire dalla ristretta cerchia dei sopravvissuti e dei depositari della memoria locale. Solo dopo il 1994, l'anno dell'apertura del tristemente noto “armadio della vergogna”, anche questo evento traumatico è entrato in una nuova fase di riscoperta e riconoscimento, che ha poi condotto alla riapertura delle indagini e alla condanna all'ergastolo di tre ex-militari tedeschi il 24 maggio 2011.
La "postazione di orientamento" del museo e il bookshop |
Uno degli schermi tattili |
La sala dedicata all'eccidio, con il documentario in proiezione |
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